Trezzo, la Casa dell’accoglienza è realtà

Grazie a Fondazione Cariplo e al sudore di una trentina di volontari

Un gruppo di volontari davanti al vecchio oratorio di via Vittorio Veneto trasformato e recuperato anche grazie al loro impegno

Un gruppo di volontari davanti al vecchio oratorio di via Vittorio Veneto trasformato e recuperato anche grazie al loro impegno

Trezzo sull'Adda (Milano), 25 aprile 2019 - Un anno di lavori  e il contributo sostanzioso di Fondazione Cariplo che ha destinato 50mila euro alla Casa don Peppino. Il progetto della parrocchia di Trezzo è stato capace di coagulare importanti finanziamenti e le energie di gruppi e volontari per ridurre i costi del restyling. Per tutto il tempo, una trentina di persone si è dedicata a piccole e grandi manutenzioni riducendo il conto finale dell’impresa. Un modello da imitare anche in futuro. La struttura è stata pensata per dare una nuova destinazione all’ex oratorio femminile in via Vittorio Veneto, chiuso da anni, e ormai fatiscente. La scintilla nell’ottobre 2017 con la richiesta al Comune di recupero della facciata del vecchio edificio. Poi, l’idea è cresciuta fino a trasformarsi «in un luogo d’accoglienza», dedicato all’ex prevosto, don Giuseppe Ghezzi, mai dimenticato. Fra le sue stanze troveranno asilo 19 associazioni del territorio.

La casa sarà inaugurata l’11 Maggio, alle 10. Una cerimonia in grande stile vedrà schierate decine di benefattori che hanno permesso al progetto di vedere la luce. A tirare le fila sarà il parroco don Alberto Cereda, che «ringrazia di cuore tutti quelli che ci hanno creduto, partendo da Fondazione Cariplo». È lui ad avere deciso di aprire le porte qui anche alla sola libreria della città, il Gabbiano, a rischio chiusura per le difficoltà economiche in cui versa. L’affitto nei locali in via Torre che da sempre ne ospitano la sede avrebbe dato il colpo di grazia all’esercizio, ma la parrocchia ha teso la mano alla cooperativa che ne è proprietaria offrendole spazi in comodato d’uso gratuito. «Casa don Peppino è solidarietà e attenzione alle realtà più attive della città», spiegano i fedeli. Il cantiere è andato avanti per tranche, «solo quando c’erano le coperture», sottolinea don Alberto che con questa gestione oculata ha permesso all’opera di arrivare in porto. «L’intervento non si è mai interrotto», aggiunge, alludendo alla continuità delle risorse disponibili. Ora, l’orgoglio di vedere il risultato. Due anni fa, la Casa è stata anche al centro della diatriba politica, la Lega l’aveva additata come una moschea di fatto, incitando senza troppi giri di parole il sacerdote a soprassedere. Poi, il contenuto del progetto aveva convinto anche gli attivisti più scettici a fare marcia indietro. Anche se un problema rimane. Saltato l’accordo fra Curia e Comune sul trasloco della libreria, il Gabbiano dovrà versare 22mila euro di oneri per il cambio di destinazione d’uso dell’ex oratorio. Una stangata alla quale ancora una volta darà risposta la generosità dei credenti.

 Don Alberto ha lanciato una sottoscrizione, per contribuire basta versare un'offerta sull'Iban IT98A0335901600100000165630, intestato a Parrocchia S.M. Gervaso e Protaso; causale: Donazione di sostegno alla Casa don Peppino.