Trezzo d'Adda, in marcia per le donne

Quattro Comuni uniti contro il femminicidio

La manifestazione contro la violenza e il femminicidio in Martesana

La manifestazione contro la violenza e il femminicidio in Martesana

Trezzo sull'Adda (Milano, 13 ottobre 2019 - «Grazie per l’affetto che avete dimostrato a Charlotte. Ci aiuta ad andare avanti». Le parole in francese riempiono la piazza di Concesa. La voce si incrina quando la madre evoca la figlia, strangolata dal compagno il 24 settembre a Pozzo, dopo una lite. La giovane di 26 anni era stata adottata, ma i suoi genitori naturali sono arrivati dalla Francia per marciare alla testa del corteo della Rete Viola contro il femminicidio. Accanto a entrambi, una corposa rappresentanza della comunità ivoriana, connazionali e amici della mamma che ha lasciato due bimbi piccoli. 

A Trezzo, l’iniziativa contro la violenza di genere è cominciata con il ricordo. Gli amici di Charlotte hanno indossato una maglietta con il suo sorriso, cancellato dalla furia omicida di Carmelo Fiore, separato, padre di tre figli, di vent’anni più vecchio che avrebbe dovuto amarla e invece le ha stretto le mani intorno al collo fino a farla tacere per sempre. #Nonchiuderegliocchi, è il messaggio che le volontarie e i centri che assistono le vittime di maltrattamento sul territorio hanno voluto lanciare nella prima edizione della camminata per sensibilizzare la comunità sul fenomeno e raccogliere fondi per la causa.

«Ce ne è un gran bisogno», spiegano le attiviste di Mariposa, pioniere dell’assistenza a mogli e fidanzate in difficoltà.  Da più di 10 anni gestiscono un telefono rosa, Linea d’Ascolto, che raccogliere le richieste di aiuto. Ventotto i comuni della zona coinvolti nella manifestazione, altri tre i punti di partenza: Cernusco, Melzo e Pioltello, tutti uniti «per dire basta alla strage». 

Ma proprio mentre i cortei avanzavano collegati via radio arrivava la notizia dell’ennesima mattanza fra le pareti domestiche, nel Foggiano: moglie e due figlie uccise dal marito-papà senza un perché. Un copione che ha scosso l’Adda meno di un mese fa. Uno dei casi, il più tragico, fra quelli registrati in zona, tanti, troppi anche qui, come dimostrano i dati del primo anno di attività di Viola, l’acronimo (Valorizzare le interazioni per operare come laboratorio antiviolenza) scelto dai sindaci per la task-force che contrasta mariti e conviventi maneschi. In 12 mesi, gli Sos sono stati 187, per 118 sono stati messi in campo percorsi personalizzati per uscire dalla situazione critica denunciata al momento del contatto. Tredici donne sono state trasferite insieme ai figli in una località protetta, segreta, per sottrarle a un destino quasi segnato. E poi c’è il sommerso. Numeri che fanno intuire quanto possa essere frenetica l’opera degli sportelli anti-vessazioni di Melzo,Cassano e Cernusco.

 Alla base di tutto c’è «l’intreccio emotivo fra vittima e carnefice che dà origine al rapporto malato. Nodo difficilissimo da sciogliere», come sa bene chi è in prima linea a fianco di chi cerca di uscire dall’omertà. E’ su questo aspetto che servizi e volontari cercano di mettere in guardia chi subisce angherie in casa. Spesso, dietro a una facciata perfetta si nasconde l’inferno.