Tregarezzo, le famiglie del quartiere: "Quì il piatto piange"

Dei 5 milioni promessi al quartiere ne rimane solo uno e mezzo

Il grosso della somma verrà usato per realizzare un parco tra le case e il nuovo scalo merci

Il grosso della somma verrà usato per realizzare un parco tra le case e il nuovo scalo merci

Segrate (Milano), 25 febbraio 2018 - Amara sorpresa per 70 famiglie di Tregarezzo, la Commissione si è insediata ed è subito polemica. «Siamo stati nuovamente presi in giro: i 5 milioni sbandierati dal sindaco erano solo promesse. Ancora una volta, siamo stati trattati da cittadini di serie B. La storia di ripete, sono anni che tutti i sindaci ci prendono in giro», dice Dante Bigaroli.

Il problema è legato ai soldi messi sul piatto da Alptransit – la società italo-svizzera che costruirà il nuovo scalo merci – per compensare i disagi di traffico, smog e rumore che arriveranno nel quartiere all’avvio dei cantieri. Dal paniere dei cinque milioni promessi per rilanciare il quartiere, soltanto un milione e 300mila euro verrà speso per concretizzare le proposte dei residenti. Il grosso della somma verrà infatti usato per realizzare un parco tra le case e il nuovo scalo merci italosvizzero di Alptransit (un progetto nato dall’alleanza internazionale tra Hupac e il Gruppo Ferrovie Italiane), mentre i residenti pensavano che quel parco venisse realizzato con gli oneri di urbanizzazione del centro intermodale. A scoprirlo sono stati i quattro rappresentanti di quartiere nominati all’interno della Commissione.

Alla prima seduta del tavolo tecnico si sono presentati con un pacchetto di proposte per migliorare la vita nel quartiere. E si sono ritrovati davanti un muro di gomma. «Le proposte che ci interessavano di più sono state bocciate. L’installazione dell’autovelox per fermare le auto che sfrecciano come missili davanti le case non si può fare, perché dopo le vicende del T-red il comandante della Polizia locale non vuole autorizzarlo. È una motivazione assurda, le auto arrivano a velocità folli e mettono in serio pericolo l’incolumità delle persone che vivono in questo quartiere, attraversato da un’unica strada usata dai pendolari dei Comuni limitrofi come scorciatoia alla Rivoltana», dice Michele Esposito.

«L’Ufficio legale del Comune ha detto no alla nostra richiesta di avere un rimborso per l’installazione di doppi vetri, infissi isolanti e aria condizionata per proteggerci dal rumore e lo smog. Alle spalle dei palazzi, verrà costruito un grande parcheggio dei Tir che rimarranno con il motore acceso giorno e notte: d’estate non potremo tenere aperte le finestre, altrimenti respireremo fumo e avremo il rumore nelle orecchie 24 ore su 24», continua Angela Vanazzi, una residente nata e vissuta a Tregarezzo e che negli anni ha visto peggiorare il quartiere.

«Manca un piano sicurezza – aggiunge Cinzia Mazzola – Lo scalo movimenterà anche merce pericolosa e, in caso di incidente ferroviario o nell’eventualità in cui un container si rovesci, non avremo una via di fuga. Rimarremo intrappolati nel quartiere. È già successo che un container cadesse dall’alto, rovesciando sostanze sottoposte al trasporto Adr, quindi pericolose. Qui c’è un’unica strada perennemente bloccata dal traffico, come faremo a scappare in caso di pericolo?».