Segrate, trecento firme contro il cemento

Prosegue la mobilitazione per salvare il Centroparco

Un banchetto per la raccolta delle firme

Un banchetto per la raccolta delle firme

Segrate (Milano), 15 settembre 2019 - Superata la quota dei 300 cittadini anti-cemento, Segrate continua la battaglia per salvare il Centroparco. Sta andando a gonfie vele la protesta promossa da quattro segratesi - Mario Magni, Giuseppe Del Vento, Luca Bertagna e Dena Arabsolgar - decisi a rimettere in discussione i troppi progetti edilizi che nei prossimi anni porteranno tonnellate di cemento sul grande parco centrale. La petizione punta a far riaprire il tavolo delle trattative con i proprietari dei terreni, resi edificabili nel 2012, e cercare soluzioni alternative che possano delocalizzare i progetti al di fuori del parco. Ieri, in piazza San Francesco sono state raccolte altre firme.

"La raccolta firme prosegue molto bene - spiega Luca Bertagna, uno degli organizzatori -: non c’è ancora la formalizzazione, ma l’asticella delle 300 firme necessarie per poterla presentare in Comune dovrebbe essere stata raggiunta e superata. Ma non ci fermiamo. Stiamo ricevendo ancora molte adesioni. Ogni cittadino e ogni famiglia di Segrate che aderisce e condivide la nostra richiesta di salvare il Centroparco dà forza alla mobilitazione". I moduli di adesione si trovano anche in molti negozi di quartiere, la battaglia vuole anche arginare la concorrenza massima dei centri commerciali in arrivo. "Ci teniamo a ringraziare Paolo Ardrizzi e tutti i commercianti locali - aggiunge infatti Bertagna - che stanno in queste ore aderendo, firmando e promuovendo in città la petizione. Segno che, oltre al lato ambientalista, è presente anche nella mobilitazione un’idea di tutela e incentivo al commercio locale rispetto ai nuovi “regali” alla media e grande vendita già ampiamente presente e prevista sul nostro territorio".

La protesta è iniziata a fine agosto con l’apertura a sorpresa di un cantiere all’ingresso del Centroparco, un’area verde che si trova davanti alla chiesa di Lavanderie sulla quale sorgeranno un supermercato e diversi ristoranti. Dopo il taglio degli alberi e l’avvio dei lavori, sono spuntati striscioni di protesta dei cittadini che qualche mano anonima ha subito rimosso. Quello è stato l’inizio, ma poi la battaglia si è estesa alla salvaguardia di tutto il parco, cercando di fermare i progetti che sono ancora nel cassetto: bombe a orologeria che potrebbero essere innescate all’improvviso. "Andremo avanti - concludono gli organizzatori - forti dell’adesione che sin da subito si è creata. La cittadinanza, una parte significativa di essa, si è messa in marcia. Alle istituzioni spetta il compito di ascoltarla e aprire un confronto serio e reale sulle istanze sollevate". Tra i piani edilizi già approvati e ancora da avviare, ci sono 34mila mq di residenziale che porteranno nel parco oltre 800 abitanti e una Residenza per anziani. In totale, tra il 2008 e il 2012, sono stati approvati 400mila metri cubi di cemento: sette progetti edilizi di cui cinque ancora da realizzare.