Addio alle Province, città metropolitana domenica al voto. Alle urne anche Bergamo, Lodi e Sondrio

Addio Province, o quasi. Scatta la fase due. Dopo la decadenza delle assemblee elettive nel giugno scorso, domani sono fissate le elezioni di secondo livello dei nuovi organismi territoriali: amministratori locali alle urne per la Città metropolitana milanese e per il rinnovo dei presidenti e dei Consigli provinciali di Bergamo, Lodi e Sondrio di Massimiliano Mingoia

Elezioni

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Milano, 27 settembre 2014 - Addio Province, o quasi. Scatta la fase due. Dopo la decadenza delle assemblee elettive nel giugno scorso, domani sono fissate le elezioni di secondo livello (votano solo sindaci e consiglieri comunali) dei nuovi organismi territoriali: amministratori locali alle urne per la Città metropolitana milanese (prevista l’elezione del Consiglio metropolitano) e per il rinnovo dei presidenti e dei Consigli provinciali di Bergamo, Lodi e Sondrio. Addio Province, o quasi, perché una volta aboliti gli organismi eletti dai cittadini rispuntano quelli votati solo da sindaci e consiglieri. Paradossi della riforma Delrio.

Ripartiamo dalla Città metropolitana, che dal 1° gennaio 2015 prenderà ufficialmente il posto della Provincia di Milano e sarà guidata «di diritto» dal sindaco della città capoluogo, cioè Giuliano Pisapia. Domani, dalle 8 alle 20, a Palazzo Isimbardi, 2.079 amministratori comunali della Grande Milano (tutti sindaci e consiglieri dei 134 Comuni) saranno chiamati ad eleggere il Consiglio metropolitano, il nuovo organismo di 24 membri chiamato a scrivere lo Statuto della Città metropolitana. Quattro le liste in campo per questa elezione di secondo livello: Centrosinistra con Pd, Sel e movimenti civici; FI-Ncd-Fdi; Lega Nord; lista civica «Costituente per la partecipazione». Se gli equilibri politici presenti nei 134 Comuni dell’area vasta saranno confermati dall’affluenza alle urne di sindaci e consiglieri, il centrosinistra dovrebbe conquistare 16 eletti (su 24) al Consiglio metropolitano. Gli altri 8 eletti se li dovrebbero dividere gli azzurri-alfaniani-fratelli d’Italia (5), i lumbard (2) e i civici (1). Si tratta di una semplice proiezione che dovrà essere confermata alle urne. Lo spoglio è in programma lunedì mattina.

La lista civica «Costituente per la partecipazione», coordinata dai consiglieri comunali milanesi Marco Cappato e Roberto Biscardini, intanto, torna alla carica: «Non è stata ancora inviata ai 2 mila consiglieri comunali alcuna convocazione ufficiale per recarsi al voto domenica, né è stato organizzato alcun dibattito televisivo tra le quattro liste in lizza. Rimangono in piedi, dunque, tutte le ragioni di illegalità del voto illustrate nel nostro esposto». Tant’è. Dalla Città metropolitana milanese alle altre Province lombarde. Domani, come detto, saranno Bergamo, Lodi e Sondrio a eleggere i presidenti e i Consigli provinciali, i cui rappresentanti, in ogni caso, non percepiranno alcun compenso, a differenza dei «vecchi» consiglieri provinciali eletti dai cittadini. Il 12 ottobre, invece, sarà la volta di Brescia, Como, Cremona, Monza-Brianza e Varese. Per Pavia e Mantova se ne riparlerà nel 2016, alla scadenza naturale del mandato. In attesa del rinnovo di tutti gli organismi provinciali, interviene il presidente della Regione Roberto Maroni, che su Twitter annuncia: «Convocherò i nuovi presidenti di Provincia sul problema del trasporto disabili. Il caos generato dalla legge Delrio non deve ricadere sui più deboli».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net