Pozzo d'Adda (MIlano), 22 novembre 2018 - Alla fine sono rimasti senza vigili. A Pozzo il comando ha chiuso. D’ora in poi fino a nuovo ordine per pratiche o reclami bisogna raggiungere Vaprio. L’inizio della fine è scattato con il concorso vinto dagli ultimi due agenti rimasti in servizio fino a qualche giorno fa e ora partiti per nuovi lidi. Non si riuscirà rimpiazzarli almeno fino al primo scorcio del 2019. «I soldi li abbiamo, ma non possiamo metterceli per colpa dei vincoli del governo sulla spesa - spiega il sindaco Roberto Botter -. Siamo vittime del circolo vizioso che in questi anni ha causato tanti guai ai piccoli comuni come noi. Questa volta dobbiamo mettere una toppa sulla sicurezza».
Il problema non è solo a Pozzo, anche se qui ha superato il livello di guardia. Pure Trezzano e Vaprio, soci convenzionati della giunta Botter per la polizia locale, hanno perso un uomo per uno. «Vigili che si trasferiscono a loro volta lasciando sguarnite le posizioni - sottolinea il primo cittadino -. I centri della nostra dimensione sono il trampolino di lancio di chi inizia una carriera nella pubblica amministrazione. Siamo la porta di ingresso da chiudere appena si presenta l’opportunità di trasferirsi in un posto più grosso».
Risultato: «Siamo rimasti a secco». Come uscirne? «Con concorsi per rimpiazzare chi se ne è andato, che però non possono essere banditi prima del nuovo anno, per via del solito blocco delle assunzioni. Poi, ci sono i tempi tecnici delle prove, sempre ammesso che qualcuno si presenti a sostenerle. La prospettiva è che l’emergenza duri qualche mese». Stessa cosa per i partner, che hanno lo stesso problema, ma dove, seppur azzoppato, il corpo è in servizio «tre agenti a Vaprio e due a Trezzano». E per ovviare ai problemi di confine, i soci hanno firmato un accordo con Basiano e Masate, «così se un inseguimento comincia nel loro territorio, può finire nel nostro. Senza intesa, per legge, i loro uomini non potrebbero entrare armati nel nostro, esattamente come succede in America fra contee».
La cronica mancanza di personale non si registra solo su questo fronte. «Anzi, è generale - rincara il sindaco -. Abbiamo 17 dipendenti per 6mila abitanti, uno ogni 352 residenti. Ma secondo la pianta organica ce ne dovrebbero essere 22. Siamo in cima alla top-ten dei comuni virtuosi. Basta un dato per capire quanto: lacci e lacciuoli statali promuovono le giunte che per la macchina investono il 40% della spesa corrente. Noi siamo al 20, la metà. Eppure ci ritroviamo senza divise». Un altro esempio? «Ricorrendo all’avanzo di amministrazione abbiamo eliminato tutti i mutui pendenti, ammontavano a un milione e 200mila euro, e ora non possiamo accenderne di nuovi. Chi invece ha ancora debiti, può contrarne per una cifra pari al vecchio prestito. Questa è la schizofrenia del sistema che noi risparmiosi paghiamo sulla nostra pelle quotidianamente».