Fidanzata uccisa a Pozzo d'Adda: l’assassino confessa al gip e resta in carcere

Carmelo Fiore ha ammesso le proprie responsabilità anche davanti al giudice

L'omicidio è avvenuto in via Taviani

L'omicidio è avvenuto in via Taviani

Pozzo d'Adda (Milano), 26 settembre 2019 - Ha confessato anche davanti al gip Carmelo Fiore, il 46enne che nella notte tra lunedì e martedì scorsi a Pozzo D'Adda, nel Milanese, ha strangolato la fidanzata Charlotte Yapi Akassi, 20 anni meno di lui e mamma di due bimbi, nata in Costa d'Avorio, con la cittadinanza italiana. L'uomo ha poi ha tentato di suicidarsi con una coltellata all'addome. Nei suoi confronti il giudice non ha convalidato il fermo ritenendo non sussista il pericolo di fuga ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per omicidio.

L'uomo, operaio in una stamperia in provincia di Bergamo, tre figli da una precedente moglie, interrogato stamane ha di nuovo ammesso di aver strangolato la giovane compagna dopo un litigio e poi di voler «farla finita». Un delitto dettato dalla gelosia di lui che era alla base anche delle tensioni e discussioni di cui l'ultima una settimana prima quando i carabinieri si sono presentati sotto casa della ragazza ma lei poi non ha voluto sporgere denuncia. Fiore, interrogato al Policlinico di Milano, ospedale dove è ricoverato dopo essere stato trasferito da quello di Bergamo, ha spiegato che la notte tra lunedì e martedì scorsi, convinto di essere stato denunciato la settimana precedente dopo la lite sotto casa di lei, ha insistito affinché Charlotte ritirasse la querela. Da lì la coppia ha cominciato a litigare con lei che lo avrebbe offeso chiedendogli anche di andare fuori di casa. A quel punto l'operaio, è la sua confessione, ha perso il controllo, le ha messo le mani al collo e poi ha tentato di uccidersi. "Mi volevo infilzare il cuore ma non ci sono riuscito", ha detto.