Fidanzata uccisa a Pozzo d'Adda: l’assassino resta in ospedale

Entro domani interrogatorio di garanzia per Carmelo Angelo Fiore

L'omicidio è avvenuto in via Taviani

L'omicidio è avvenuto in via Taviani

Pozzo d'Adda (Milano), 26 settembre 2019 - «Qualcuno asciugherà le lacrime dei tuoi bambini», l’addio di tanti amici a Charlotte Sharly Akassi, la giovane di origine ivoriana brutalmente uccisa a Pozzo d’Adda, l’altra notte, dal suo compagno. L’uomo, che dopo l’omicidio si era sferrato una coltellata al petto cercando di farla finita, è ancora in ospedale, in osservazione e piantonato h24. Entro domani, vicina la scadenza di rito delle 48 ore, sosterrà l’interrogatorio di garanzia davanti al pm titolare d’indagine. Il corpo della ragazza uccisa si trova invece all’istituto di Medicina legale di Milano. Al momento non risulta fissata la data dell’autopsia. 

Non c'è giallo nella fine triste di Charlotte, trovata dai soccorritori e dai carabinieri, all’alba di martedì, riversa a terra in camera da letto, e probabilmente già morta da ore. Strangolata. Il suo assassino, Carmelo Angelo Fiore, 46 enne separato e padre di tre figli, ha confessato nelle prime ore del pomeriggio stesso, durante il primo faccia a faccia con gli inquirenti concesso dai sanitari dell’ospedale di Bergamo in ragione delle sue condizioni non gravi. Solo ipotesi sino a questo momento su una lite culminata nell’omicidio.

Ma agli amici di Charlotte, una ragazza solare e sorridente nonostante un passato travagliato (pochi anni fa la separazione dal marito, che ha in affidamento i due bambini nati dall’unione), importa poco. «Cercavi l’amore vero. Hai trovato la morte». Era molto bella Sharly, «colta e intelligente». La vita le aveva riservato tanti momenti difficili. Lei era andata avanti. Da circa un anno la frequentazione con il suo assassino, più anziano di lei di vent’anni. Una relazione turbolenta. Agli atti due segnalazioni di alterchi con lesioni, che tuttavia non erano mai stati formalizzati in denunce. L’altra notte, nell’appartamento di Pozzo, l’epilogo tragico. Prima l’omicidio, poi la telefonata di Fiore all’ex moglie, e l’allarme. Ieri la giornata dello sconcerto, del cordoglio e della riflessione. 

La notizia del femminicidio di Pozzo è piombata come un macigno sui lavori del forum del Terzo settore della zona, in seno al quale, poco più di un anno fa, sono nati i tre sportelli antiviolenza di zona della Rete Viola. Un anno di attività, un boom di richieste d’aiuto da parte delle donne. L’interrogativo, cosa si possa fare per dare impulso e rinforzo alla rete di collaborazione e monitoraggio. Utile forse, in futuro, a prevenire altre tragedie. Ad aiutare altre Charlotte. Per lei le parole dolorose di un’amica: «La vita non può essere così infame. Ti porteremo sempre nei nostri cuori».