Pioltello, che paura quella bomba in via Dante

Sei mesi dopo l'esplosione il palazzo è ristrutturato ma i residenti tremano ancora

Il Condominio Marzia di via Dante

Il Condominio Marzia di via Dante

Pioltello (Milano), 18 aprile 2018 - Hanno paura a rientrare in casa, 12 famiglie di Limito chiedono aiuto per sentirsi al sicuro. Dopo lo scoppio doloso di una bomba che a ottobre ha devastato il palazzo di via Dante e l’arresto di cinque persone legate alla ’ndrangheta locale, per gli abitanti del «Condominio Marzia» l’incubo non è finito. Nel quartiere si è sparsa la voce che l’ecuadoregno Jimmy Algredo Mera Ganchozo – il 46enne titolare dell’appartamento saltato in aria e vittima di un’intimidazione mafiosa per un prestito usurario – stia per rientrare in via Dante insieme alla famiglia è una notizia che fa paura per tanti motivi.

Innanzitutto perché la famiglia dei cinque arrestati, tra cui il 25enne Roberto Manno, figlio del presunto boss della ’ndrangheta pioltellese Francesco Manno, abita a Pioltello e il rischio di un nuovo attentato è alto. «Siamo tutti vittime di questo incubo: vogliamo una scorta sotto casa per vivere più sicuri. Non lasciateci soli, abbiamo troppa paura», dicono gli abitanti dello stabile, trincerati dietro al riserbo strettissimo per paura di altre intimidazioni. Il palazzo è stato rimesso in sicurezza in tempi strettissimi e il mese scorso molte delle famiglie sfollate sono rientrate in casa. Eppure ci sono persone che non riescono più a mettere piede in quello stabile. Alcune famiglie vivono ancora dai parenti, la paura è alta soprattutto tra le persone che vivono sullo stesso pianerottolo dove quella notte del 9 ottobre è stata piazzata la bomba, deflagrata all’improvviso facendo saltare porte e infissi in tutto il palazzo.

«Alcune famiglie hanno molta paura a rientrare in casa – racconta Giuseppe Bellantoni, l’amministratore del condominio – Ci sono bambini che in quel palazzo non vogliono più mettere piede per lo choc subìto la notte dell’esplosione. Non sappiamo nulla di come stiano procedendo le indagini, il condominio ha presentato una denuncia per avere notizie su quanto sta accadendo. Le persone non si sentono al sicuro all’idea che, una volta rientrata la famiglia verso la quale era indirizzata la bomba, possa accadere ancora. È una situazione senza fine».