Cassano, una nuova partenza per il Parco Adda Nord

Verso le ultime settimane di gestione commissariale

Il sindaco Roberto Maviglia

Il sindaco Roberto Maviglia

Cassano d'Adda (Milano), 23 agosto 2019 - Ultime settimane di gestione commissariale per il Parco Adda Nord, settembre sarà il mese delle nuove elezioni. E un appello ai colleghi sindaci parte dal primo cittadino di Cassano d’Adda Roberto Maviglia: «Un incontro nel più breve tempo possibile, per incontrarci e confrontarci e ricostituire un fronte compatto. Indispensabile arrivare alle urne con le idee chiare. Il futuro Consiglio dell’ente avrà un compito difficile: resuscitare il Parco dopo quasi due anni di sostanziale paralisi». Si attendono già per fine agosto notizie certe circa i tempi della fine della gestione commissariale al Parco, ente fluviale competente su un bacino di ben 37 Comuni a cavallo fra province, e sulle elezioni, le prime dopo il commissariamento dell’ottobre 2017.

Il Parco, come si ricorderà, era finito quell’anno nell’occhio del ciclone per un’inchiesta (che procede intanto nelle sedi giudiziarie a carico dell’ex direttore e di un funzionario) su presunti illeciti nella gestione. Al commissariamento, e allo scioglimento del Consiglio di gestione voluto da Regione Lombardia, si erano opposti alcuni sindaci del bacino con un ricorso al Tar, poi respinto. In questi due anni l’ente ha proseguito l’attività in regime commissariale, gestendo l’ordinaria amministrazione. «Di fatto – così Maviglia – l’attività si è interrotta sul fronte della programmazione e delle politiche di lungo periodo di gestione del territorio».

Su Cassano. «Quando esplose la bufera avevamo appena scelto l’inserimento di nuove porzioni di territorio nel perimetro dell’ente. Bene, tutte quelle aree rimangono al momento non normate, in una situazione di interregno che non ha consentito scelte: basti dire, sempre per quello che ci riguarda, che in quella parte di territorio in sospeso ricade la cava di Groppello».

Sarà la Regione a dettare i tempi delle urne. In primavera gli uffici competenti al Pirellone avevano stabilito una proroga ai Consigli in carica sino ad ottobre, per dare modo agli organismi di gestione di recepire le indicazioni della nuova legge sulle aree protette. «Speriamo davvero in una chiarezza che consenta una ripresa totale dell’attività – ancora Maviglia – Il Parco non è mai stato un semplice ente di tutela, ma un trait d’union con altri enti, un organismo in grado di veicolare finanziamenti e di attivare progetti. Negli ultimi anni, ed era ovvio che così fosse, niente si è mosso. Continuo a pensare che di questa dannosa paralisi Regione abbia una grande responsabilità».