Treno deragliato a Melzo, i dubbi dopo la grande paura

La cisterna per fortuna non trasportava un solvente altamente infiammabile. Il sindaco Antonio Fusè: "Il piano di emergenza ha funzionato"

La cisterna dopo l'incidente

La cisterna dopo l'incidente

Melzo (Milano), 1 dicembre 2017 - "Per fortuna nessuno si è fatto male. È questo quello che conta". Il sindaco Antonio Fusè è reduce dalla prima emergenza da quando, in primavera, ha ereditato la guida di Melzo. La paura per il treno merci che mercoledì sera è uscito dai binari nell’area di scambio della stazione è superata. Restano le cause da accertare, indagini ancora in corso, e la prova sul campo dell’efficienza del piano municipale che azzera gli effetti di calamità e incidenti. "Ha funzionato benissimo", dice con una certa soddisfazione il primo cittadino. "Nell’immaginario collettivo si è fatta strada l’idea che poteva essere una “Viareggio 2”, ma non è così. Scrivetelo, per favore". Nella cisterna deragliata non c’era acetato di butile, un solvente altamente infiammabile, che, invece, avrebbe potuto esserci. "Il cargo era vuoto, quando si è ribaltato nell’area di “Rail Hub Milano”, all’interno del centro intermodale - chiarisce il sindaco -. Nessun allarmismo, per favore, i problemi non ci mancano comunque". È successo tutto alle 19.15 dell’altro ieri. Il carro ha finito la propria corsa sottosopra. Polizia ferroviaria, vigili del fuoco e carabinieri, intervenuti in forze, hanno messo in sicurezza l’intera zona. Insieme hanno tirato le fila dei momenti più critici, quelli in cui non era chiaro cosa fosse accaduto. A poche centinaia di metri sorgono le prime abitazioni. Dai primi accertamenti è parso evidente che non fosse necessario evacuare. Constatato che non c’erano stati sversamenti o forature, a mezzanotte, le autorità hanno dato il via libera alla ripresa delle attività. La polemica è dietro l’angolo. Fusè gioca d’anticipo, facendo presente che "il piano di sicurezza comunale prevede eventi di questo genere. Non potrebbe essere diversamente, visto che abbiamo la stazione in casa". Un’inchiesta spiegherà perché la cisterna abbia perso la “strada”.

Nel terminal gestito da Sogemar Spa-Gruppo Contship Italia sono state adottate tutte le più moderne tecnologie, compreso il ricorso a energia rinnovabile per diminuire l’impatto ambientale dell’hub. Sembra strano, insomma, che il vagone sia scappato via in quel modo. Non si lesina in sicurezza, da queste parti. Come, invece, è successo il 29 giugno 2009 a Viareggio, quando la fuoriuscita di Gpl e l’esplosione che ne derivò provocò la morte di 33 persone e 25 feriti. "Uno scenario lontano anni luce da qui", ripete il sindaco come un mantra.