Melzo, solo macerie alla ex Galbani: il futuro è sempre un mistero

Nessun acquirente, sarà la nuova giunta a sciogliere il nodo

L'area ex Galbani

L'area ex Galbani

Melzo (Milano), 16 marzo 2017 - Ruderi e macerie all’ingresso del centro storico, un fallimento e il subentro dei curatori, tentativi di alienazione andati sinora a vuoto, e una sostanziale incognita sul futuro. Passa diretta nelle mani dell’amministrazione comunale che verrà la vicenda della ex Galbani, enorme ferita nell’abitato aperta da anni, e questione sempre al centro di dibattito e polemica. A fine anno un nuovo giro di boa, con la scadenza della convenzione fra Comune e l’Imel proprietaria, e il ritorno dell’enorme sito nella titolarità del Comune. "Ma vi saranno in realtà tempi più lunghi per decidere del futuro dell’area - dice il commissario Cristiana Cirelli -. In particolare in relazione ai tentativi di vendita, sino ad oggi andati a vuoto. C’è la possibilità di prorogare la convenzione per un paio d’anni, nel corso dei quali speriamo tutti che qualche cosa si muova". La chimera è quella della vendita, l’ultima spiaggia è la suddivisione delle aree in alienazione, in modo da mettere sul mercato l’area a scomparti e suscitare l’interesse di qualche operatore. Sino ad oggi un nulla di fatto. Tramontati i progetti di rilancio che furono pilotati dall’amministrazine delle Civiche e che si sono poi arenati sulla crisi.

"Un'altra opzione - spiegano gli uffici comunali - è quella di cercare di vendere tramite operatori del settore immobiliare". L’ultimo progetto di recupero della ex Galbani è vecchio di una decina di anni e non è mai decollato. L’ultimo dibattito sull’area è quello fra la vecchia amministrazione e il Movimento 5 Stelle a proposito della presenza, o meno, di amianto sulla superficie dopo gli interventi di bonifica. Le macerie della Galbani aprono il percorso delle "opere incompiute" del borgo Trivulzio. Oltre che del futuro dell’enorme sito dismesso, la futura amministrazione dovrà occuparsi dello scheletro dell’edificio avviato e poi abbandonato ai margini dell’area di interscambio ferroviario. Doveva essere uno degli ultimi tasselli della riqualificazione dell’area stazione realizzata con fondi Fesr e interventi privati, condotta quasi in porto dalla giunta Perego. Della problematica stava occupandosi la giunta Bruschi, nelle settimane immediatamente precedenti l’uscita di scena.