Melzo, antichi lussi e nuovi poveri. Il sogno? Ritornare a vivere bene

Viaggio nella città della Galbani tra negozi chiusi e spirito solidale

Palazzo Trivulzio, sede del municipio e cuore della città

Palazzo Trivulzio, sede del municipio e cuore della città

Melzo (Milano), 20 giugno 2017 - Lavoro, commercio, valorizzazione delle associazioni, cura degli edifici pubblici, attenzione alla persona: in una parola, rilancio. Questo chiedono i melzesi, ed è questo il filo rosso che unisce i programmi dei candidati al ballottaggio di domenica prossima. Rilancio, declinabile per programmi, idee politiche e priorità. Ma rilancio vero, che restituisca al borgo Trivulzio la forza propulsiva e il ruolo centrale in Martesana. Se il «biglietto da visita» della città è oggi il degrado dell’area ex Galbani, la scommessa perduta sinora, la sfida maggiore, c’è molto di buono da cui ripartire.

Un tessuto sociale ricco di attività e associazioni, che ha consentito, anche negli anni turbolenti del precommissariamento e in quello quieto del commissariamento stesso, di non lasciar cadere iniziative e appuntamenti, dal Melzo Estate alla Fiera delle Palme. La crisi economica che riguarda tutti e non risparmia Melzo ha il volto dei negozi sfitti nel salotto buono della via Matteotti. «Questa è una Melzo da rivedere - così il presidente dell’Unione Commercianti Donato Turba - ed è una città che deve rivivere. Noi abbiamo sempre collaborato con qualsiasi amministrazione comunale, collaboreremo con quella nuova, di qualsiasi colore sia. Abbiamo tante idee. E mentre lavoriamo per tenere in piedi le nostre attività pensiamo, e in questo senso abbiamo dei progetti, a come ridar vita alle troppe saracinesche calate: aiutando i giovani, facendo rete».

Crisi e nuove povertà. La grande industria ormai alle spalle, le promesse di rilancio legate ai grandi progetti di recupero, dalla Galbani alla stazione, ancora da mantenere. E un tessuto sociale che soffre. «Sempre più, e in modo diverso rispetto al passato - così Rosanna Galli, presidente della Caritas cittadina - . Sino a qualche anno fa i poveri erano gli stranieri. Poi è iniziata l’inversione di tendenza. Oggi gli italiani superano gli stranieri, quanto a difficoltà di sussistenza, dell’1-2%». Le risposte che attendete? «Aspettiamo un Comune con cui collaborare, come abbiamo fatto con tutte le amministrazioni da vent’anni a questa parte. Il colore non ci interessa. Melzo è ricca di spirito solidale: ma le vere risposte alla cittadinanza si possono dare solo in rete. Sperando nella ripresa: che per ora è una chimera».

Lavoro, prospettive per i giovani, aiuto alle famiglie, e una nuova amministrazione che garantisca pulizia e lotta al degrado. Di fronte ai problemi di ogni giorno sembrano perdere smalto i grandi fronti di battaglia politica, dall’immigrazione alla sicurezza. Decine di anziani, sulle panchine davanti al Comune, aspettano un sindaco che "faccia le cose per bene". «Un po’ di pulizia in più - così il pensionato Vincenzo -. L’erba tagliata, meno trascuratezza. E le tasse comunali un po’ più basse». Ma non è così male questo borgo Trivulzio. «Al nuovo sindaco chiedo di lavorare perchè Melzo rimanga quella che è - così il pensionato Antonio Di Nice, 70 enne - . Una città con i suoi difetti, ma dove si vive bene».