Via il medico di base, a Carugate in 900 senza assistenza

Il disservizio dopo soli tre mesi, ora il Comune chiede conto ad Ats e invoca una soluzione

L’improvviso vuoto ha lascito sgomenti soprattutto gli anziani e i pazienti cronici

L’improvviso vuoto ha lascito sgomenti soprattutto gli anziani e i pazienti cronici

Carugate (Milano), 18 gennaio 2019 - Il medico di famiglia trasloca a Cernusco dopo tre mesi che era entrata in servizio e lascia in panne 900 pazienti a Carugate, costretti a fare avanti e indietro. Il sindaco Luca Maggioni ha scritto ad Ats chiedendo "una soluzione al più presto".

"Le ipotesi sono due – spiega - o l’inserimento di chi si è ritrovato a fare i conti con le sgradite trasferte nelle liste di altri camici bianchi, e dunque una deroga al tetto di 1.500 iscritti; o l’arrivo di un altro professionista". La situazione è precipitata a fine 2019, quando la dottoressa ha annunciato il trasferimento, operativo da inizio anno. "Abbiamo fatto di tutto per scongiurarlo, benché il Comune non abbia voce in capitolo su questo fronte – sottolinea il primo cittadino -. Alla fine, però, ha fatto le valigie e noi siamo rimasti con il cerino in mano. Aveva ereditato la condotta a ottobre da un altro specialista al lavoro in città che aveva raggiunto gli estremi per la pensione". Il problema è legato soprattutto agli anziani che ricorrono spesso al servizio, il nuovo studio "non è al confine, ma dalla parte opposta di Cernusco, senza macchina non ci si arriva - dice Maggioni -. Da qui la necessità di un intervento in tempi rapidi, confido nel fatto che ne arriveremo presto a capo. Ats ci ha affiancato per settimane nel tentativo di evitare questa situazione".

Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia, ha la soluzione. "Carugate può chiedere di attivare l’accordo che abbiamo stretto con la Regione per le emergenze. Prevede proprio che i pazienti vengano assorbiti dai colleghi di chi ha lasciato. Oppure, c’è la possibilità che entri in servizio uno specializzando all’ultimo anno: può farsi carico di 650 persone. "L’importante è che otteniamo risposte in tempi rapidi – ribadisce il sindaco – le lamentele sono reali, le difficoltà, oggettive". Un fronte che vede impegnati anche Elisa Balconi e Dario Veneroni, primi cittadini di Cassina e Vimodrone, appena eletti ai vertici dell’assemblea distrettuale dell’Asst Melegnano e Martesana, competente su un bacino interzona di 56 Comuni. "Faremo il possibile per strappare dei risultati sulle sostituzioni", hanno promesso subito dopo l’insediamento.

Corti ha già pronta un’altra battaglia per dare ai pazienti "un servizio all’altezza delle aspettative" e ai professionisti "il giusto valore". "Dobbiamo avere un collaboratore di studio per ogni medico di famiglia. A disposizione del cittadino ci devono essere un "medico della persona" e "una figura specializzata che possa svolgere al meglio quei compiti indispensabili che riguardano la prevenzione, la presa in carico della patologia cronica e delle malattie dell’età, dei pazienti anziani e dei servizi sociali, che in questo momento fanno fatica a trovare un punto di riferimento unico". Il progetto si inserisce in un quadro più ampio volto a migliorare i servizi e a strutturare l’assistenza territoriale, che vede al centro la figura del medico di base. «Dobbiamo sanare le differenze tra i territori e le professioni – spiega Corti -, e trovare una modalità per cui tutti insieme riusciamo a migliorare un Servizio sanitario nazionale che, stanziando 1.800 euro l’anno per ogni cittadino, riesce ad ottenere dei risultati importanti e a fornire prestazioni che in questo momento non riesce a dare nessuno".