Masate, raddoppia l’incubo biogas

Richiesta l’autorizzizazione per un secondo impianto di smaltimento

Una protesta ambientalista a Masate

Una protesta ambientalista a Masate

Masate (Milano), 25 luglio 2018 - Biogas, l’incubo raddoppia. Anzi, triplica. Nel bel mezzo della crociata dei comitati per bloccare l’iter autorizzativo del progetto d’impianto firmato da Energa srl, il colpo di scena estivo è duplice: c’è la richiesta di autorizzazione per un secondo impianto da 35mila tonnellate annue di «forsu» (la frazione organica da rifiuto solido urbano) e c’è anche una richiesta di ampliamento di un impianto di compostaggio già esistente, che già qualche problema ha creato in passato sul fronte degli odori. Per i cittadini «No biogas» una doccia fredda: «Diventeremo la capitale del biogas in Lombardia. Pronti a dare battaglia con vigore triplicato». Pareva tranquilla la situazione sul fronte biogas-Energa dopo l’assemblea del Cem dello scorso giugno, che ha sancito il rinvio di ogni decisione dei sindaci in merito al progetto già esistente, e con la conferenza di servizi in Città Metropolitana in pausa estiva.

Nei giorni scorsi, le nuove notizie dal comitato masatese. I dettagli dal presidente del Comitato No Biogas Masate Licia Zacchi: «Solo nei giorni scorsi siamo stati informati dei due altri progetti in itinere. Il primo è per un secondo impianto (da 35.000 tonnellate anno di forsu, più 17000 di sfalci del verde), che risulta peraltro avere avuto parere favorevole dall’amministrazione nel marzo scorso. In aggiunta c’è la richiesta di ampliamento da 16 a 28 mila tonnellate/anno per un impianto di compostaggio gia’ esistente e operativo, che da sempre ha creato molestie olfattive sia a Masate che nei comuni limitrofi». «Ovviamente -  prosegue la Zacchi - il tutto su di una zona sensibile ai nitrati, in una zona di ricarica degli acquiferi profondi e nel bel mezzo del corridoio ecologico a bassa antropizzazione della Rete Ecologia Regionale». A testa bassa: «Tutto questo scempio è imputabile alla scelta dell’attuale amministrazione di modificare il Pgt: si è aperta la strada, in un’area agricola di pregio, a impianti che, pur generando biogas o bio metano, altro non sono se non impianti di trattamento dei rifiuti»» L’appello: «È assolutamente necessario che si valutino questi progetti con estrema rettitudine ed onestà morale, per far si che i nostri figli non debbano trovarsi in futuro in un ambiente reso ancor più invivibile da scelte destinate ad arricchire pochi privati, e non tese al bene comune».