Coronavirus, alloggi per l’isolamento a Liscate: il progetto già si incaglia

Problemi non solo economici sull’accoglienza dei dimessi dagli ospedali

Il sindaco Lorenzo Fucci

Il sindaco Lorenzo Fucci

Liscate (Milano), 21 maggio 2020 - Busillis su chi paga e verifiche in atto post bando di ricerca gestore, si incaglia sul nascere l’operazione struttura d’accoglienza per malati Covid in isolamento. La procedura aperta in regime di emergenza a metà aprile segna il passo, il sindaco di Liscate Lorenzo Fucci mantiene riserbo ma ammette "c’è qualche intoppo". Ma si spera di arrivare in porto: "Continuiamo a ritenere questo intervento assolutamente importante. E lavoriamo per dirimere ogni questione".

Sulla vicenda minialloggi Covid anche, l’altro pomeriggio, una riunione dedicata dell’Unione dei Comuni Adda Martesana, titolare di progetto e manifestazione di interesse. La cronistoria inizia, ricordiamolo, i primi del mese di aprile, quando, ancora in piena emergenza, l’Unione ha offerto, in risposta agli appelli prefettizi ai Comuni, 10 minialloggi in seno al centro polifunzionale di via Brambilla da destinare a spazi d’accoglienza per malati Covid in isolamento: positivi o malati non gestibili in contesto familiare, dimessi da strutture ospedaliere ancora non domiciliabili.

Partita importante, l’appello era alla ricerca, e alla candidatura, di spazi con caratteristiche alberghiere e requisiti ben precisi. Immediatamente la disponibilità dell’Unione, e nello specifico di Liscate, a destinare alla causa i dieci minialloggi, bilocali con bagno, indipendenti, idonei, e soprattutto da tempo non utilizzati. Il protocollo-tipo, che avrebbe poi avuto come partner Unione dei Comuni dell’Adda Martesana, soggetto promotore e titolare del bando, Ats per la vigilanza sanitaria, Prefettura, Protezione Civile e Regione Lombardia era nero su bianco: operazione a costo zero per i Comuni, a carico dello Stato, con Regione come tramite, spese di adeguamento spazi e di gestione tramite un partner del Terzo settore.

Inoltrata la disponibilità, sul sito dell’Unione è apparsa a tempo di record, il 16 aprile, la manifestazione di interesse destinata a possibili operatori specializzati e interessati, che dovrebbero, in caso di attivazione della struttura, occuparsi di servizio alberghiero, pulizia, pasti, eventuale assistenza psicologica. Il bando si è chiuso una decina di giorni fa, l’operatore sarebbe stato individuato. Tutto, al momento, è fermo.

Verifiche sono in corso sul bando d’aprile. Ma lo stallo è soprattutto procedurale-economico, "perchè, nonostante all’inizio il percorso fosse delineato in maniera chiara - così il sindaco - allo stato attuale vi sono ancora incertezze su chi debba farsi carico economicamente della partita; in merito a questo abbiamo ancora contatti e chiarimenti in atto". La questione sarà al centro dell’impegno delle prossime settimane. Il centro per malati covid dovrebbe ospitare, a regime, dai 20 ai 25 malati in regime d’isolamento: strutture di cui, a più riprese, si sono sottolineate in questa delicata fase l’urgenza e la necessità.