Carate a luci rosse: Kyra Kole dalla tivù agli arresti domiciliari

La soubrette che abita a Pioltello è accusata di aver gestito un giro di squillo

Il vero nome di Kyra Kole è Edyna Greta Gyorgy

Il vero nome di Kyra Kole è Edyna Greta Gyorgy

Pioltello (Milano), 4 maggio 2019 - Kyra Kole va agli arresti domiciliari, ma con il divieto di espatrio. La 34enne ungherese residente a Pioltello, con all’attivo la partecipazione in tv al cast di “Ciao Darwin”, accusata di avere gestito un giro di squillo in un centro massaggi in via Colombo a Carate Brianza, ha lasciato il carcere di San Vittore su decisione del gip del Tribunale di Monza Cristina Di Censo.

La showgirl e dj, in arte Kyra Kole ma all’anagrafe Edyna Greta Gyorgy, era stata sottoposta a fermo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione dai carabinieri della Compagnia di Seregno su ordine del pm della Procura di Monza Carlo Cinque, che ora si appresta a chiedere per lei il giudizio immediato.

A ottenere la scarcerazione della Gyorgy è stato il suo difensore, l’avvocato Maurizio Vinciguerra di Milano, che prima aveva invano presentato ricorso al Tribunale del riesame e poi ha depositato un’analoga istanza al gip monzese. La Procura si era opposta alla scarcerazione sostenendo che contro la 34enne ci fosse il pericolo di fuga visto che era appena tornata da un viaggio a Budapest e stava progettando altri viaggi all’estero. La difesa sostiene invece che l’ungherese era solo andata a trovare i genitori.

Secondo l’accusa, la 34enne si occupava del reclutamento e dell’organizzazione dell’attività delle squillo come si gestisce una vera e propria impresa, intascandosi la metà dei compensi ricevuti dalle 7 prostitute. I militari le hanno sequestrato circa 70mila euro trovati su due conti correnti. Ad accendere il faro dei carabinieri sul centro non la presenza delle ragazze che fumavano all’esterno in abiti succinti, bensì la telefonata di una delle lucciole per un pesante dissidio con una collega. «Edyna è sconvolta dall’accusa di prostituzione perché in quel centro non c’è mai stato alcun atto sessuale, semmai a volte qualche massaggio sensuale borderline», sostiene il legale della donna.