Inzago, al Bellisario finalmente l’ascensore

Terminata la lunga attesa, la scuola torna a norma di legge

Andrea Ferretti

Andrea Ferretti

Inzago (Milano), 24 novembre 2018 - Riparazioni fatte, e dopo lunga inattività torna in funzione l’ascensore, per tutti gli alunni ma soprattutto per i disabili. Taglio del nastro “antibarriera” e a tre mani ieri mattina all’Istituto di Istruzione superiore Marisa Bellisario di Inzago. A pigiare il bottone del nuovo impianto Roberto Maviglia, consigliere delegato all’edilizia scolastica per Città Metropolitana (nonché sindaco della vicina Cassano d’Adda), la preside reggente dell’istituto Elisabetta Genchi e Andrea Ferretti, presidente dell’associazione Peba (acronimo di Piani per l’abbattimento delle Barriere architettoniche) di Milano, che ha gestito l’intervento in virtù di una convenzione con l’ente pubblico.

L’ascensore inzaghese è il primo inaugurato post partnership Città Metropolitana-Peba in provincia, a Milano un altro taglio del nastro l’altro giorno, gli altri arriveranno, «abbiamo intenzione - così Maviglia - di intervenire quanto prima su strutture che attendono da tempo sostituzione o ammodernamento. La convenzione con l’associazione Peba è un grande facilitatore. Loro vanno avanti laddove un ente pubblico rischia di paralizzarsi. Questo è uno di quei casi». Da tempo la preside sollecitava l’intervento, «qui ormai si era al di fuori di qualsiasi normativa, e anche naturalmente di normali regole di buon senso». Al consigliere provinciale in visita la dirigente non ha risparmiato tuttavia la lista della spesa ancora inevasa: un elevatore, un intervento nel lotto nuovo anche qui su un ascensore fuori uso, e interventi di miglioria al tetto della palestra, che lascia passare copiose infiltrazioni d’acqua.

L'istituto Bellisario sulla Padana superiore (con i suoi cinque indirizzi: economico-sociale, liceo scienze umane, professionale commerciale e sanitario, il primo anche serale) accoglie al momento 49 classi e 800 alunni nella sola sede di Inzago (diventano 1100 circa se si considera la sede staccata di Trezzo sull’Adda) e di questi 84 sono portatori di disabilità, per un terzo grave e inficiante dal punto di vista motorio. La mancanza dell’ascensore, per molti mesi, un problema serio: «Cerchiamo di lasciare i ragazzi disabili al pianterreno, ma non sempre è possibile. Le necessità dei ragazzi con problemi sono naturalmente la priorità, ma tutti noi abbiamo vissuto dei disagi: i ragazzi, i docenti, il personale che ogni giorno deve trasferire materiale in diverse zone della scuola».

L'ascensore rinnovato è nella parte vecchia, la scuola è stata ampliata una quindicina di anni fa. Ora il sogno è il terzo lotto. «La richiesta è enorme e noi non abbiamo più nemmeno uno sgabuzzino libero - così la preside a Maviglia - . La domanda è stata a più riprese sottoposta negli anni». «Noi l’abbiamo accolta - la risposta del consigliere di Città Metropolitana - ora bisogna vedere su quali risorse potremo contare».