Gorgonzola (Milano), 13 marzo 2019 - Un bambino bloccato a Gorgonzola. Non è in regola con i vaccini, per lui niente asilo finché non arriverà il certificato. Per ora il piccolo di 5 anni della Collodi è l’unico “inadempiente” segnalato in Città Metropolitana. L’onere di informare la famiglia è toccato alla preside Margherita Genchi. Prima del 10 marzo, ultimo giorno utile per evitare l’esclusione, il dirigente aveva ricordato ai genitori la necessità di confermare l’autocertificazione presentata a settembre. Ma il pezzo di carta non è arrivato. «Ieri, la mamma ha chiamato l’istituto avvertendo che il figlio era indisposto - racconta il sindaco Angelo Stucchi -, ma la preside ha replicato che non poteva entrare perché a questo punto è la legge a vietarlo».
Uno scambio telefonico in attesa di capire cosa succederà. Niente baruffe ai cancelli, nessun intervento dei carabinieri per sedare gli animi. «Pur non c’entrando direttamente - le norme coinvolgono scuole e Aziende sanitarie sulla partita - siamo a disposizione per un’eventuale mediazione, sempre che qualcuno ce lo chieda», sottolinea Ilaria Scaccabarozzi, vicesindaco con delega all’Istruzione. «Rispetto le famiglie che esprimono scetticismo sui vaccini, ma le regole ci sono e vanno onorate. In questa situazione siamo spettatori, ma l’interesse generale, è puntato sul benessere del bimbo». Ats conferma l’irregolarità, da qui il divieto di entrare in classe per il piccino. A settembre, alla Barona, l’unico precedente, un altro bimbo non vaccinato rimandato a casa. Se la famiglia di Gorgonzola non si rimetterà al passo, il bambino rimarrà fuori fino alle elementari. Poi, pagando 500 euro di multa al massimo, ma finora non ne sono state affibbiate a nessuno, si potrà iscrivere alla primaria e frequentarla anche se i vaccini non sono stati fatti. Così prescrive la legge.
La scadenza del 10 marzo riguardava solo quanti avevano dichiarato sotto la loro responsabilità di essere a posto, senza prove: i certificati che attestano le punture. Una prassi che avrebbe dovuto essere già “fuorilegge” quest’anno ma che era stata prorogata di un semestre. Non significa quindi che tutti i bimbi che oggi frequentano abbiano chiuso l’iter. C’è il cavillo, e chi per scelta non ha ancora vaccinato del tutto o in parte i figli lo sa bene e lo ricorda anche sul web: «La scadenza non si applica a tutti coloro che hanno presentato la mera richiesta di vaccinazione all’azienda sanitaria locale». Una Pec o una raccomandata li accompagnerà fino alla fine dell’anno mentre sperano per il futuro in un cambio di rotta, che per ora viaggia su due binari: “obbligo flessibile” o addirittura “free vax”.