Gemelli uccisi, uno psicologo per aiutare i compagni di classe

La preside dell'istituto Alda Faipò: "Il rientro in classe sarà segnato dall'assenza di Elena e Diego, dovremo elaborare il lutto"

Gli amici lasciano fiori davanti all'ingresso dell'abitazione delle piccole vittime

Gli amici lasciano fiori davanti all'ingresso dell'abitazione delle piccole vittime

Gessate (Milano), 1 luglio 2020 - Il vuoto lasciato da Elena e Diego segna le vite di compagni e amichetti e dei loro insegnanti. Nessuno da sabato riesce a ingoiare le lacrime ripensando al sorriso innocente dei gemelli strozzati dal padre senza ragione, se non quella di punire la loro mamma per una separazione che non accettava. Ma ai ragazzi importa poco dell’inchiesta, conta solo il vuoto lasciato da quegli angeli. Per aiutarli a conviverci la preside dell’Alda Faipò, l’istituto dove i fratelli Bressi avevano appena superato a pieni voti lo scoglio della prima media, ricorrerà alla psicologa. "Il rientro in classe sarà segnato dalla loro assenza - dice il dirigente - dovremo elaborare il lutto". Adesso, solo il pensiero che non ci siano più, che a settembre non varcheranno il cancello della scuola, è una ferita insopportabile per tutti.

Il dolore traspare dai messaggi lasciati dai coetanei fuori dall’appartamento di via Glassiate, a Gessate, dove abitavano da sempre. Quelle parole in bella calligrafia fra un cuoricino e l’altro sono l’ultima carezza a distanza fra loro. A 12 anni è difficile farsi una ragione di quel che è successo. Ma anche per il resto della comunità mettersi nei panni di un papà che prima scrive un messaggio alla moglie sui centri estivi dei figli e poi li strangola. Ieri sera, una veglia di preghiera a Margno, il borgo del lecchese dove si è consumata la tragedia, è stata tutta nel ricordo dei bambini, a poche ore dall’autopsia che rivelerà gli ultimi, drammatici, istanti della loro esistenza. Gli inquirenti non sembrano credere alla premeditazione, il gesto folle sarebbe maturato al termine della breve vacanza che i tre avevano trascorso nella casa di villeggiatura dei nonni. Si cerca anche il telefonino dell’impiegato sparito dall’abitazione dove ha messo fine per sempre alla favola. Gli ultimi messaggini a Daniela fra l’1 e le 2 sulle vacanze dei piccoli, prima della e-mail in cui l’accusava di avere "distrutto la famiglia", erano forse l’estremo tentativo di nascondersi ancora dietro una parvenza di normalità che lei, la compagna di sempre, aveva deciso di interrompere dopo 17 anni di matrimonio. Il rapporto era naufragato sotto il peso della routine. Un epilogo che il padre perfetto si rifiutava di accettare, nonostante la facciata. Solo i parenti più stretti avevano captato la crisi, non immaginavano però che il campanello d’allarme avvertito da tempo sarebbe finito con i corpi dei nipoti distesi su un letto senza più vita.