Commemorazione della strage di Pioltello, i sindaci chiedono giustizia per i morti / VIDEO

Secondo anniversario dell'incidente ferroviario costato la vita a tre persone

La commemorazione del disastro ferroviario dalla stazione di Piotello

La commemorazione del disastro ferroviario dalla stazione di Piotello

Pioltello (Milano), 25 gennaio 2020 - “Una tragedia di proporzioni immani, a un chilometro da questo binario il treno si è accartocciato intorno a un palo della luce, tre donne pendolari sono morte. Chiediamo giustizia, non accontenteremo di capri espiatori”. Con queste parole la prima cittadina pioltellese Ivonne Cosciotti ha ricordato il disastro ferroviario di Pioltello e Segrate, un terribile deragliamento che ha lasciato dietro di sé solo sangue e dolore.

Alle 6 e 57 del 25 gennaio 2018, Pioltello si è fermata. Tre morti e 46 feriti: uno squarcio nella memoria di chi c’era. È iniziata così la giornata del ricordo pioltellese, una commemorazione silenziosa di una strage che non ha ancora avuto giustizia. Al fianco di Ivonne Cosciotti, c’erano i sindaci di nove città della Martesana - Liscate, Cernusco, Rodano, Pessano, Melzo, Vimodrone, Bussero, Carugate e Segrate, unico comune rappresentato da un consigliere comunale -, i volontari della Protezione civile del territorio, le forze dell’ordine e i soccorritori che quel giorno erano sul posto ad aiutare i feriti. “Ho parlato con i familiari delle tre vittime - aggiunge Ivonne Cosciotti - e la mamma di una di loro mi ha detto che su questo binario non potrà più tornare. Quel giorno era vicino ai vagoni accartocciati e vedeva passare le barelle con i feriti. La barella di sua figlia non l’ha mai vista passare e la sua vita si è fermata”.

Emozioni forti sulle note del Silenzio, con la tromba della banda cittadina che squarciava i ricordi. “Il treno dovrebbe essere un mezzo che unisce posti e persone - spiega Don Andrea, parroco di Seggiano - , dovrebbe portare speranza e non dolore”. Nello schianto dei vagoni impazzito, sono morte Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio, in viaggio con la figlia di 18 anni ferita, Ida Milanesi, 61enne originaria di Caravaggio, dirigente medico dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio ma residente a Capralba (Cremona).