Cernusco, per la Fedex è un gioco su due tavoli

A Roma l’incontro fra i corrieri a rischio e Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo. Poi il bis da Di Maio

I vertici sindacali Fedex al tavolo con Antonio Tajani

I vertici sindacali Fedex al tavolo con Antonio Tajani

Cernusco sul Naviglio (Milano), 19 giugno 2018 - Tagli alla Fedex, la vertenza sbarca a Bruxelles. Ieri mattina, a Roma, l’incontro fra i corrieri a rischio e Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. «Ristrutturazione inaccettabile. Soprattutto perché riservata solo all’Italia», twitta a fine summit il forzista. Oggi, nuovo faccia a faccia fra i lavoratori e il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, regista della delicatissima trattativa, preceduta da scioperi in tutte le filiali, da Nord a Sud del Paese. L’obiettivo è scongiurare “il modello Tnt”, la major del settore comprata tre anni fa dagli americani, cioè l’esternalizzazione, con condizioni decisamente peggiorative per i dipendenti che adesso sono direttamente nell’organico del colosso a stelle e strisce delle consegne.

«Mi sembra assurdo licenziare persone quando l’azienda funziona ed è in attivo. Bisogna fare di tutto per conservare l’occupazione in una multinazionale che può crescere. Il modello di integrazione seguito all’acquisizione degli olandesi in altri Paesi ha funzionato, senza portare a ristrutturazioni così pesanti», spiega Tajani. Il presidente è pronto «alla battaglia». Il piano di riorganizzazione include 316 esuberi e 115 trasferimenti, a Cernusco, dove c’è la casa madre del Gruppo i posti in bilico sono quattro. «Mi auguro che si possa fare qualche passo in avanti», aggiunge. A fine riunione, ha messo in contatto i lavoratori con gli uffici della commissaria europea Marianne Thyssen, responsabile per l’occupazione e gli affari sociali.

Il presidente cercherà anche di affrontare la situazione con «il ceo europeo e quello americano». Il punto cruciale, lamentato dai corrieri, sta in quella che viene definita “una discrepanza”, con l’Italia che, secondo la delegazione dei dipendenti Fedex-Tnt, sarebbe «l’unico Paese con esuberi, a differenza dei casi di Spagna, Olanda e Belgio». Questo perché l’azienda, spiegano i lavoratori, «ha deciso di affidare a srl esterne i servizi».

In mattinata, l’appuntamento con il vicepremier. I fattorini sperano che venga estesa al loro caso “la tolleranza zero” annunciata dal ministro sulla precarietà dei rider. I ragazzi che consegnano i pasti negli uffici, simbolo di nuova schiavitù. Di Maio lavora al “Decreto Dignità” e gli uomini Fedex si sentono parte in causa. Il 6 giugno un gruppetto l’aveva incontrato a quattr’occhi, prima dei sindacati e dell’amministratore delegato Stefania Pezzetti. Poi, era seguito un tavolo fra le parti per trovare la quadra, ma si era chiuso con un nulla di fatto. I manager non avevano dato il segnale che la base aspettava. Oggi, ci si riprova, ma la strada è tutta in salita. In trasferta nella capitale, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

I sindacati hanno già respinto la proposta di ricollocare 140 corrieri ai fornitori. «Serve una soluzione unitaria, valida per tutti«, spiegano alla vigilia del vertice. Il capo politico dei 5 Stelle, convinto di spuntarla, scommette “sul dialogo a oltranza”.