Città Europea dello Sport, Cernusco lancia la sfida

Una società belga sceglierà per il 2020 quattro città che ne adottano i valori

Cernusco vuole vedere riconosciuti i propri sforzi in materia di sport

Cernusco vuole vedere riconosciuti i propri sforzi in materia di sport

Cernusco sul Naviglio (Milano), 22 aprile 2018 - Dalla riqualificazione dei centri sportivi, - uno da trasformare in olimpionico, l’altro per le discipline alternative – fra le tante mbx, rugby - per diventare Città Europea dello Sport nel 2020. Ieri, i commissari Aces (Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport) hanno studiato il progetto dell’unica candidata lombarda al titolo: Cernusco. A perorare la causa, accanto al sindaco Ermanno Zacchetti, il neoassessore regionale alla partita Martina Cambiaghi. E atleti d’eccezione, nati e cresciuti sulle sponde del Naviglio, ma conosciuti ciascuno nella propria specialità ben oltre i confini italici: Michela Caglio e Michele Antelli, qualcosa di più di giovani promesse, visto il palmarès che vantano.

Caglio, classe 2003, campionessa di stile libero ha conquistato il bronzo agli europei 2017 e l’oro agli italiani nei 400 e 800. Antelli, 20 anni, cestista della Agribertocchi Orzinuovi in A2, è vicecampione del mondo e pluridecorato con bronzi e argenti a propria volta. Ogni anno Aces, associazione no profit con sede a Bruxelles, sceglie 4 città europee su 8 nomination che hanno adottato i valori dello sport a 360 gradi. «Strutture e impianti non bastano», spiega il primo cittadino, che ha cominciato ad accarezzare il sogno di conquistare l’importante patente, fin da quando era assessore con delega proprio allo sport. Bisogna dimostrare che le pratiche atletiche sono un fattore di coesione sociale e Cernusco prova a fare il salto, perché ci crede e perché non vuole perdere il treno europeo. Per spuntarla, ha messo in campo un piano articolato che va dalla promozione dell’esercizio fisico, agli eventi volti a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, con un occhio alla tutela della salute.

Il titolo non è un capriccio, «ma un fattore di sviluppo - spiega Zacchetti, - fra i più auspicabili». Per il 2019 è stata scelta Livigno, la Martesana prova a raccogliere il testimone per non far perdere il primato alla Lombardia l’anno dopo. La decisione è attesa per l’autunno.