Cassano, nelle mense è guerra allo spreco

Nel mirino la qualità dei pasti serviti a tavola e le abitudini alimentari degli studenti. Il Comune annuncia controlli

Una mensa scolastica

Una mensa scolastica

Cassano d'Addda (Milano), 25 agosto 2018 - Countdown per la prima apertura dei cancelli, ancora pochi giorni all’avvio del nuovo anno scolastico, il 5 settembre toccherà alla scuola dell’infanzia, il 10 sarà la volta delle medie inferiori, mentre il 12 settembre cancelli aperti per le primarie. Fra le novità della stagione scolastica, così come annunciato nella presentazione del Pofit – il Piano dell’Offerta formativa integrata territoriale, presentato ed approvato all’unanimità nell’ultimo consiglio comunale del 26 luglio – c’è l’assegnazione alla cooperativa Milagro, tramite bando pubblico, dei servizi educativi per l’integrazione degli alunni con disabilità. Il servizio mensa sarà “osservato speciale”. Tolleranza zero per le morosità sui pagamenti dei pasti e la richiesta alla commissione mensa di una maggior attenzione nella compilazione dei verbali, per consentire al meglio il controllo da parte del Comune della qualità del cibo servito sulla tavola dei bambini. Al via, inoltre, un progetto mirato alla lotta dello spreco alimentare.

«Uno spreco da recuperare – ha spiegato l’assessore alla Scuola, Aristide Caramelli –: la mensa scolastica dovrebbe essere vissuta come luogo in cui gli studenti non vivono una routine automatica e ripetitiva, ma come un momento di relazione e di riscoperta del piacere di mangiare in maniera consapevole». Attività educative a 360 gradi, a partire dalla tavola. «Credo che, quello della pausa pranzo, debba essere considerato un momento educativo alla pari delle altre attività scolastiche – conferma l’assessore –, fra l’altro è anche una direttiva del Ministero della Salute che però, purtroppo, non è presa in considerazione dal corpo docenti». Ecco da dove iniziare. «L’idea è quella di cominciare con interventi educativi mirati alla conoscenza del progetto dell’offerta formativa e sul valore del cibo – continua –, ma è necessaria la collaborazione di alunni, insegnanti, genitori e Amministrazione comunale. Sperimentazione nelle classi. Proveremo a mettere in atto, con classi a campione, la possibilità di portare a casa ciò che avanza dei prodotti serviti in mensa. Penso, ad esempio, alle merendine, alla frutta, al pane e via dicendo. Un’alternativa potrebbe essere il coinvolgimento delle associazioni o delle cooperative che si occupano di persone bisognose, a cui far pervenire quanto avanzato dalla mensa scolastiche». Perché avanza tanto cibo «possono essere più di una le motivazioni degli avanzi – entra nel dettaglio l’assessore –, a volte dipende anche da come viene presentato il cibo ai bambini, ma credo soprattutto che si debba mettere mano alla struttura che regola la predisposizione alla gare d’appalto in fatto di quantità cibo da preparare».