Cassano, ivoriano inventa il "gioco del clandestino" da tavola

Yacouba Quattara della Costa d’Avorio spiega le regole per la legalità agli immigrati in arrivo

Yacouba Quattara, 58enne, della Costa d’Avorio titolare di un’impresa di pulizie

Yacouba Quattara, 58enne, della Costa d’Avorio titolare di un’impresa di pulizie

Cassano d'Adda (Milano), 9 aprile 2019 - ​“Il gioco del clandestino”, si chiama così il passatempo che unisce divertimento e spiegazioni sui rischi dell’immigrazione irregolare. Obiettivo del gioco in scatola da tavolo? Invitare i clandestini, ma non solo, al rispetto della cultura e delle regole di vita dei Paesi dove vanno a vivere. Cosa fare e come comportarsi per evitare la vita da clandestino. Da qui nasce il gioco, una specie di vademecum per educare le nuove generazioni in terra d’Africa al corretto percorso da effettuare per un’integrazione regolare nei Paesi in cui si sceglie di emigrare.

L'invenzione del gioco la si deve a Yacouba Quattara, 58enne originario della Costa d’Avorio, titolare di un’impresa di pulizie. Un gioco di compagnia simile al Monopoli, dove il percorso da fare non è quello della compravendita di case e alberghi, ma è fatto di nozioni da acquisire che portano alla conoscenza delle criticità del viaggio clandestino e all’invito del rispetto delle normative dei Paesi in cui si decide di approdare. «Il mio scopo è quello di mandare in Africa il gioco e distribuirlo nelle scuole per le nuove generazioni in modo da far capire loro le criticità e soprattutto i pericoli nello scegliere il percorso clandestino per andare in alti Paesi». Criticità, rischi e rispetto delle regole. «Non è un gioco che invita a rimanere bloccati in terra d’Africa. È un gioco che illustra i rischi del clandestino e soprattutto dice che per entrare in casa di qualcuno si deve chiedere il permesso così come accade anche da noi. Quindi, l’intento è quello di far capire che da stranieri ci si deve comportare con lo stesso rispetto che abbiamo in casa nostra, dove per entrare devi chiedere il permesso».

Un gioco di compagnia alla sua seconda edizione. «Lo avevo presentato già sette anni fa, ma non aveva avuto molto successo, probabilmente perché in quel periodo non ha avuto il supporto esterno ideale. Questa volta invece la nuova edizione è stata presentata al Teca e ci sono anche alcune sorprese, come qualle all’interno del percorso del gioco». «Oggi grazie al sostegno di associazioni e aziende, che hanno deciso di investire in terra d’Africa, sono più sicuro che sarà un successo maggiore rispetto al passato. I proventi della vendita saranno impegnati nel progetto che creerà posti di lavori nell’agricoltura in Africa». L’inventore del gioco da tavolo ha deciso di venire nel vecchio continente nel 1992 in modo regolare, con un visto turistico, grazie all’accordo bilaterale di quel periodo fra l’Italia e la Costa d’Avorio, scegliendo poi di vivere in territorio italiano. Dal 2000 è residente a Cassano d’Adda dove vive con moglie e quattro figli e da poco meno di dieci anni è cittadino italiano. Le tragedie in mare aperto in cui hanno perso la vita molti clandestini e il vivere senza regole, a suo dire, sul territorio italiano da parte di chi c’è l’ha fatta a superare gli ostacoli del viaggio clandestino, lo hanno portato a lanciare l’appello ai suo connazionali per una immigrazione regolare.