Cassano d'Adda, danze sull’altare: i ragazzi pronti alle scuse

Un gruppo di giovani aveva trasformato la chiesa in un set televisivo

Don Bruno Cappelletti dice la Messa

Don Bruno Cappelletti dice la Messa

Cassano d'Adda, 7 aprile 2019 - Ha suscitato rabbia e indignazione sui social, e non solo, la notizia pubblicata sulle pagine del nostro giornale sulla bravata fatta da un gruppetto di ragazzini che hanno trasformato una chiesa in studio televisivo esibendosi sull’altare come rock star. I genitori dei ragazzini chiamati in causa si dicono sconcertati per le cattiverie contenute in quei post scritti spesso di getto da parte di coloro che si ergono a paladini dell’assoluta conoscenza sulle cose da fare e sui comportamenti da adottare in qualsiasi situazione.

«Certo hanno sbagliato - sostiene una delle mamme dei ragazzini - e di questo loro errore dovranno assumersene tutta la responsabilità cominciando con il chiedere scusa pubblicamente al parroco e alla comunità religiosa; un’azione subito accettata dai ragazzi che metteranno in atto questa mattina durante la messa delle 10.30 in quel luogo di culto e su quello stesso altare da loro profanato. «Si badi bene che siamo i primi a condannare quella bravata, non c’è nessuna giustificazione per quello che è stato fatto, ma noi genitori non siamo così come ci hanno descritto. Questi ragazzini non sono quelli disegnati nell’immaginario del popolo dei social».

Figli si nasce, genitori si diventa, un legame sempre più complesso nell’era del nuovo che avanza. «Non sono alla ricerca di scuse e giustificazione per mio figlio e gli altri ragazzini che si sono fatti coinvolgere nelle malefatte di quel pomeriggio di domenica scorsa - ha continuato la donna -, ma le attenzioni, gli insegnamenti e l’educazione impartita ai ragazzi spesso vengono inghiottite da ciò che la realtà di tutti i giorni propone loro e contro la quale noi genitori siamo, purtroppo, del tutto impotenti». La tecnologia, il grande male. «Vorrei lanciare un messaggio - conclude la mamma dispiaciuta - affinché si faccia fronte comune fra genitori per affrontare quelle criticità che giungono dal mondo del web che stanno minando in modo irreversibile il confine fra la realtà e il mondo virtuale e che coinvolgono soprattutto i minori».