Piscina di Carugate, demolizione tra le polemiche

Dalla richiesta di riconvertire l’impianto all’indagine della Corte dei Conti

La demolizione della piscina è iniziata da una settimana

La demolizione della piscina è iniziata da una settimana

Carugate (Milano), 16 aprile 2018 - Ruspe in azione da una settimana, la demolizione della vecchia piscina a Carugate procede secondo la tabella di marcia. Ormai, il braccio metallico ha inflitto parecchi colpi all’impianto inaugurato 31 anni fa, il 22 marzo 1987, che dal febbraio scorso ha ceduto il testimone alle nuove vasche, sempre in via Fidelina. Un’operazione tutt’altro che indolore, da mesi, infatti, una fetta consistente della minoranza e alcune associazioni avevano lanciato l’idea di riconvertire la struttura "a scopi sociali, senza dovere costruire nulla di nuovo". La lista che ha portato avanti la battaglia, Carugate in Movimento, ha pure proposto nuovi usi: ambulatori medici o spazi culturali per dare tregua ad Atrion, lo storico auditorium che così avrebbe potuto "tirare il fiato". "Ci sembrava doveroso, l’immobile di 2.500 metri quadri vale un milione e 750mila euro - spiega il capogruppo Paolo Molteni -, mi chiedo che senso abbia buttarli per farne un prato e posti auto".

Per la giunta in carica, però, il problema non si poneva neppure. "L’abbattimento per creare il parcheggio a servizio del nuovo centro natatorio è previsto dalla convenzione che accompagna il project-financing", ha spiegato in tutte le salse il sindaco Luca Maggioni. Tradotto: non ci sarebbero, neanche volendo, i soldi per indennizzare Gestisport, il gestore trentennale individuato dall’amministrazione per realizzare la struttura, costata 6 milioni di euro, costretto ad accettare un eventuale cambiamento, certo non gratis. Sono loro ad averci messo i soldi. "La demolizione? Una scelta obbligata", sottolineano in Comune. Nell’intricato dossier si è inserita anche la Corte dei Conti, che a marzo ha messo in mora l’intero consiglio, maggioranza e minoranza, che il 24 luglio 2013 licenziò in aula l’accordo pubblico-privato che ha portato alla nuova piscina. La magistratura contabile parla di sei milioni di euro - il valore complessivo dell’opera - da rifondere "in via cautelativa".

Alla seduta parteciparono sia l’attuale primo cittadino, allora all’opposizione, che l’ex sindaco del Pd Umberto Gravina, regista dell’operazione. Nel mirino dei magistrati, la nuova beaty-farm municipale, sulla quale si ipotizza un danno erariale. Tutto è nato da un esposto sulla fideiussione, cioè la garanzia, firmata dal Comune per mettere in piedi il cantiere. Secondo l’accusa, "il gestore, coop dilettantistica senza scopo di lucro, non avrebbe potuto effettuare operazioni economiche". "Ma non è così - spiega Gravina - l’operatore costituì una società temporanea con una ditta della Bergamasca, che poi si è occupata dei lavori". "Non c’è niente da temere, abbiamo fatto tutto a regola d’arte", aggiunge. L’indagine è scattata sulla base di una segnalazione firmata da un misterioso esperto, prima della tornata elettorale del 2016, che ha disarcionato i dem da Palazzo.