Asilo chiuso a Cambiago, "nessun pericolo per la salute"

Secondo gli accertamenti di Ats nella struttura non ci sarebbero rischi per i 108 piccoli, a casa dai primi di dicembre

Un’ultima verifica sulla situazione è fissata per stasera in giunta

Un’ultima verifica sulla situazione è fissata per stasera in giunta

Cambiago (Milano), 30 dicembre 2019 - Puzze all’asilo di Cambiago, per Ats "non ci sono problemi per la salute dei bambini". La relazione tanto attesa dalle famiglie dei 108 piccoli a casa dal 2 dicembre dopo la chiusura della scuola, certifica quello che tutti avrebbero voluto sentire, ma che in realtà non li convince: "Nessun rischio". "Eppure, non ci risulta abbiano fatto analisi", ribattono i genitori, a questo punto alle prese con due scenari possibili. La riapertura della Prandi alla fine della pausa natalizia come prospettato dal sindaco Laura Tresoldi – alla quale sono contrari – e il trasloco a Gessate in attesa delle nuove analisi dell’aria nelle aule, commissionate dalle stesse famiglie e previste il 10 gennaio. È questa l’ipotesi prevalsa all’incontro con il Comune a poche ore dalla fine dell’anno. Un’ultima verifica è fissata per stasera in giunta e, salvo intoppi, i bambini dovrebbero trasferirsi dai vicini. Ma non il 7 gennaio, "mancano ancora alcune autorizzazioni", spiega l’amministrazione, ma a metà mese.

La scelta è frutto di un compromesso, i genitori hanno rinunciato al servizio trasporto, accettando di provvedervi direttamente, ma già montano i problemi: "Quaranta mamme sono senza patente", dice Elisabetta De Ambrosi, fra le prime a chiedere spiegazioni sugli odoracci che hanno innescato il caso. Dietro, ci sono "tracce minime di formaldeide, acetone, normal-esano", secondo i tecnici incaricati dal Comune per risalire all’origine dei miasmi. Al centro della vicenda c’è il restyling dell’istituto, 640mila euro: tetto, pavimenti, impianti concluso nel 2017. È proprio fra ciò che è servito al cantiere che si cerca la causa. Sotto la lente è finita una colla utilizzata in molti ambienti, ma non c’è ancora una conferma. Il braccio di ferro fra famiglie e Comune si sposta su una questione di bilancio, l’amministrazione teme il danno erariale nel sostenere i costi del trasloco: senza un’emergenza riconosciuta dalle autorità sanitarie sarebbe un esborso ingiustificato, a rischio sanzione.

Le mamme replicano che "la tutela della salute dei bambini non ha prezzo" e che "sarebbe assurdo ipotizzare lo spreco di denaro in un frangente come questo". Burocrazia contro buon senso, alla fine il nocciolo è tutto qui. I genitori chiedono da mesi di sapere cosa abbiano respirato i figli e se siano stati esposti al rischio di ammalarsi. Su questo punto la giunta, forte del responso di Ats, sembra tirare un sospiro di sollievo. Per escludere lo scenario peggiore, l’Azienda sanitaria "ha effettuato sopralluoghi, scattato fotografie dei prodotti utilizzati per la pulizia delle aule, analizzato i documenti della ristrutturazione, e i materiali impiegati, acquisito la relazione degli esperti del Comune". Così recita il verbale dell’ultimo incontro con le famiglie. Ma per mamme e papà tutto questo non è sufficiente. "Ats avrebbe dovuto svolgere test in proprio, ma non ha i macchinari", ricorda De Ambrosi. Solo una cosa è sicura: i disagi dei genitori alle prese con soluzioni tampone per accudire i piccoli fra nonni, tate e prospettive incerte.