A salvare l'Adda ci pensa un drone

Il suo occhio elettronico pronto a fotografare il degrado in riva al fiume e a dare la caccia ai pirati dell'ambiente di Monica Autunno

Il drone pronto a spiccare il volo sull'Adda (Newpress)

Il drone pronto a spiccare il volo sull'Adda (Newpress)

Trezzo sull'Adda, 3 settembre 2014 - Droni in volo sulla valle dell’Adda, obiettivo tutela dell’ambiente, check del degrado e fotografia della diffusione delle specie vegetali «alloctone». Il progetto si chiama «Itaca», è curato per la zona del Parco Adda Nord dalla cooperativa Coclea insieme a numerosi partner: i risultati del monitoraggio effettuato dal robot «in volo» saranno presentati in un convegno settembrino. «Il progetto - spiega Andrea Biffi della coop Coclea - ha numerosi obiettivi. Il primo, sicuramente, è la salvaguardia ambientale in un punto delicato e sensibile come l’asta fluviale».  Il progetto e le sue fasi di completamento sono racchiusi in un dossier dettagliato. L’impiego del drone, studiato, progettato e realizzato ad hoc per attività in ambiente protetto, aveva una serie di obiettivi: esaminare complessivamente lo stato di salute della valle fluviale con particolare riferimento al degrado delle sponde e della vegetazione rivierasca ma anche agli scarichi abusivi, rallentare il processo di «perdita di biodiversità» attraverso il contrasto alla diffusione delle specie non autoctone, costituire una «banca dati» sulla diffusione delle specie alloctone e in generale un «sistema informativo territoriale», e, infine, condurre in porto una prima sperimentazione di monitoraggio innovativo con nuove tecnologie. 

Il drone ha infatti realizzato rilievi aerofotogrammetrici «multispettrali» e ad infrarossi di specie vegetali e di aree boscate ad alto tasso di biodiversità. Paroloni, ma anche contenuto, perché da tempo Parco e Coclea fanno ricorso alla tecnologia per migliorare attività ed offerta turistica in tutta l’area tutelata: proprio l’anno scorso, sempre in estate, erano stati battezzati innovativi programmi per ipad studiati per realizzare itinerari turistici a metà fra il vero e il virtuale, e per regalare ai visitatori viaggi - visita resi più emozionanti dalla realtà aumentata.  «In questo caso - spiega Biffi - la tecnologia è stata impiegata al servizio dell’ambiente. Il drone ha operato per step, acquisendo dati e consentendo di realizzare, in relazione alle specie arboree e vegetali che si affacciano sul fiume, carte tematiche dettagliate con zoom sulle situazioni critiche e sulle «inversioni di rotta» rispetto alla normale vita dell’ecosistema fluviale. 

monica.autunno@ilgiorno.net