Ferragosto a guardia alta: "Non tuffatevi nell'Adda"

Appello al rispetto dei divieti alla vigilia della solita invasione

Tuffi proibiti a Trezzo sull’Adda dove il lungofiume  sarà presidiato

Tuffi proibiti a Trezzo sull’Adda dove il lungofiume sarà presidiato

Vaprio d'Adda (Milano), 14 agosto 2020 - Ferragosto blindato sull’Adda con l’appello dei comuni contro la nuotata abusiva che può rivelarsi fatale: "Non tuffatevi". Il rischio è che il mare sotto casa si trasformi nella solita trappola mortale. La lunga scia di annegati che si registra ogni estate è il precedente più temuto. Una ventina i morti negli ultimi anni, quasi tutti extracomunitari, lungo l’intero alveo fra hinterland e Brianza.

"Nonostante il divieto assoluto di balneazione e i cartelli multilingue sparsi sulle sponde, il rischio è concreto", ricorda il sindaco di Vaprio Luigi Fumagalli. Ma è così anche a Trezzo e a Cassano, le spiagge più frequentate della zona, quelle più esposte al fenomeno. La lista delle vittime si è già allungata. Venerdì, alle 10, in Sant’Andrea a Carugate si terranno i funerali di Edmond Vistaraj, l’imprenditore 39enne di origini albanesi che ha sbattuto la testa lanciandosi in piscina, a Lido di Savio, nel Ravennate, sabato scorso. Lascia moglie e due figli piccoli e una comunità attonita: "Siamo senza parole", dice commosso il primo cittadino Luca Maggioni.

Sul fiume si tenta di scongiurare altri epiloghi tragici. Con il Covid che incombe tante famiglie hanno deciso di rimanere a casa e sulle rive sono attesi più gitanti del solito, "per questo stiamo intensificando i controlli". Anche i carabinieri terranno d’occhio i gitanti. Purtroppo, non c’è deterrente che tenga e "nulla potrebbe funzionare più dell’impressionante lista di decessi post-bagno – aggiunge Fumagalli – e invece ogni volta è la stessa storia".

Le amministrazioni rivierasche combattono una battaglia impari, da una parte le raccomandazioni frutto di decine di drammi, dall’altra la leggerezza con cui si ignorano mulinelli e temperature freddissime che finiscono sempre per ingoiare anche nuotatori provetti. Praticamente, non c’è scampo. A ingannarli tutti, la superficie placida del fiume che in realtà nasconde vortici killer. Negli anni, multe e pattuglie d’acqua hanno aiutato a ridurre i numeri della strage, "ma non ad azzerarla". L’identikit dei bagnanti è sempre lo stesso: nella gran parte dei casi si tratta di stranieri alla ricerca di un po’ di relax dopo dure giornate di lavoro. Molti di loro non possono permettersi il lusso di una vacanza e quando arrivano in questi angolini finiscono per cullarsi nell’illusione di essere davvero sulla battigia. Ma non è così. Qui, a inizio luglio è affogato un ventenne di Arcene.