Gorgonzola (Milano), 28 aprile 2014 - Gli occhi gonfi di lacrime e pioggia, le braccia al cielo, nonostante la sconfitta (2-3 con la Caronnese) che non pregiudica la vittoria del campionato. Tutto attorno il Comunale si riversa nel campo di gioco scavalcando le transenne. È una favola quella della Giana Erminio, società calcistica di Gorgonzola che solo due anni fa militava in Promozione e che oggi ha conquistato con pieno merito l’accesso alla Lega Pro, ex serie C, vincendo il torneo di Serie D con una giornata di anticipo.

Una favola, perché nessuno avrebbe mai potuto scommettere su un successo quasi impensabile a inizio anno. E forse anche a fine stagione, visto il calo pauroso delle ultime giornate «neutralizzato» dagli insuccessi delle inseguitrici, incapaci di sfruttare le occasioni concesse. Una squadra, la Giana, che dall’Eccellenza alla Serie D non ha cambiato nulla nella rosa, anzi.

«Rispetto all’anno scorso – le parole di un Angelo Colombo, direttore generale, visibilmente commosso – abbiamo addirittura perso un uomo, Pinto, che nel gioco di questa squadra rivestiva un ruolo fondamentale». Non solo, perché da buona Cenerentola «operaia», la Giana partiva con un altro, notevole, svantaggio: «Solo tre allenamenti a settimana al posto dei cinque delle altre pretendenti – continua Colombo – sempre di sera, dopo che i ragazzi tornavano dai rispettivi lavori».


Il segreto allora quale è? «Un presidente pieno di passione (Oreste Bamonte, ndr) – chiarisce – che in 30 anni non è mai stato sopra le righe, creando una famiglia più che una semplice squadra». E ora la sfida della Lega professionistica: «Un mondo nuovo, che affronteremo con umiltà e in punta di piedi» chiarisce, mentre fuori dallo stadio è tutto una sinfonia di clacson e bandiere. «Proprio a Gorgonzola vorrei dedicare questa vittoria – sorride Colombo – nella speranza che non le venga negato il diritto di vedere la squadra giocare in Serie C».

Già perché Lega Pro significa una nuova sfida non solo sportiva, ma anche economica, con un’iscrizione ben più onerosa e soprattutto uno stadio da rinnovare fin dalle sue fondamenta. «Mi auguro che ognuno faccia la sua parte», glissa il direttore generale di casa Giana. Che poi però, punzecchiato, aggiunge: «Spero che la città ci aiuti – ammette -. A noi spetta la parte sportiva, certo, ma mi auguro che altri organi si occupino del loro settore di competenza (stadio, ndr). La nostra idea sarebbe quella di chiudere una strada di accesso al Comunale, per motivi di ordine pubblico, poi vorremmo aggiungere un’altra fila di spalti di fronte a quelli oggi presenti, in modo da garantire il numero di spettatori richiesto dalla categoria».