Milano, 16 dicembre 2013 - Maltrattamenti, vessazioni e, pare, anche violenze sessuali. La vita di una donna 50enne di Segrate, affetta da gravi disturbi psichici, era diventata un incubo, a causa delle umiliazioni inflitte dal compagno. Per due anni l'uomo, M.B., si sarebbe approfittato dell'infermità mentale della donna, affetta da un grave disturbo ossessivo compulsivo, per farsi mantenere. Si sarebbe fatto consegnare 800 euro al mese e avrebbe tentato di indurla a vendere un appartamento per ottenere benefici economici.

Ma oltre ai soprusi economici, si sospettano anche quelli fisici. In diverse occasioni l'avrebbe violentata, una volta persino su una panchina di un parco e un'altra volta l'avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali con un altro uomo conosciuto in un fastfood. Quando infine è stato denunciato dal fratello della presunta vittima ha violato tutte le misure di allontanamento disposte tra luglio e ottobre 2012 dal giudice per le indagini preliminari Paola Di Lorenzo, con modalità sempre più severe, finché nei suoi confronti ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

M.B. ha dichiarato di aver "addestrato" la sua compagna, e per lui è arrivata anche la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Luca Gaglio, che ha chiesto sei anni e sei mesi di reclusione per i reati di circonvenzione di incapace, maltrattamenti e violenza sessuale aggravata dall'aver approfittato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della donna.

La richiesta è stata avanzata al collegio della nona sezione penale presieduto dal giudice Fabio Roia davanti ai quali l'amministratore di sostegno della donna e i vicini di casa hanno dichiarato di averla sentita gridare per le botte che prendeva e perché lui non la lasciava alzarsi dal letto prima delle quattro del pomeriggio. La sentenza è attesa per il 15 gennaio, al termine dell'arringa difensiva. La donna si è costituita parte civile contro di lui.