Gorgonzola, 18 luglio 2013 - Sette giorni da incubo. Ci sono volute centossessantotto ore di ricerche senza tregua per dare nome e cognome al pirata della strada che ha ucciso Beatrice Papetti, la sedicenne di Gorgonzola investita la notte tra il 9 e il 10 luglio sulla Padana da un furgoncino blu. La caccia all’uomo ha impegnato i carabinieri di Cassano giorno e notte, fino a martedì, quando El Habib Gabardi, ambulante di 39 anni, separato con un figlio di sette, ha suonato il citofono della caserma. «Divorato dal rimorso», è la versione resa ai militari che hanno battuto l’hinterland con l’aiuto di tutti i comandi, da Monza a Milano senza trascurare Bergamo, per dare almeno una certezza a Nerio e Roberta, i genitori della studentessa morta dopo un volo di 70 metri sull’asfalto. Il primo a soccorrerla è stato papà, autista-volontario di ambulanze a Gorgonzola. Il suo equipaggio è arrivato in un lampo, quella maledetta notte, a due passi da casa. Cascina Mirabello. Da lì è partita la richiesta di soccorso. Una tragedia. I carabinieri “dovevano” dare un volto a chi ha voltato le spalle a quella ragazzina agonizzante.

Lavoro sporco, lavoro duro – decidono all’istante ai piani alti della caserma. Rassicurano tutti, ma le divise sanno che si tratta di cercare un ago in un pagliaio. La svolta, quando martedì arriva la confessione. A dispetto dei numeri. Si fa subito il censimento dei veicoli sospetti in circolazione nell’hinterland: 12mila. Metà sono stati depennati, grazie al colore. Interessano Peugeot Ranch o Citroen Berlingo, ma solo blu. Perché il pirata ha lasciato la firma. Un pezzo di specchietto e frammenti di paraurti di modelli prodotti fra il ‘98 e il 2002.

Il furgone assassino, risulterà poi, ha cominciato a circolare undici anni fa. Basta questo a far scoccare la scintilla. L’intuito investigativo e il mestiere chiudono il cerchio. Le pattuglie, un migliaio gli uomini impiegati per rintracciare l’assassino, organizzano una miriade di «controlli stradali invasivi». Si punta sulle irregolarità dei libretti di circolazione: revisioni fantasma - e martedì si avrà la conferma che El Habib Gabardi non l’aveva fatta - assicurazioni scadute, conducenti senza patente. La pista giusta. Un lavoro certosino che fa il paio con le ricerche dietro le serrande dei carrozzieri e dei depositi di auto. Gli investigatori sono convinti che il responsabile abbia nascosto il furgone da qualche parte.

Poche ore prima del suo arrivo al comando di Cassano, accompagnato dal suo difensore, i carabinieri battono una serie di parcheggi nelle vicinanze di Ornago, in Brianza. El Habib abita a Roncello, a un tiro di schioppo. La tensione è alle stelle. Dubbi e paure lo divorano. Sente il fiato degli inquirenti sul collo. Il tam-tam mediatico scatenato dalle pattuglie che sono dappertutto, sulle statali, sulle provinciali, nelle strade e nelle stradette centra il bersaglio. Il messaggio arriva alla persona giusta. Il pirata si consegna quando i carabinieri stanno per andare a prenderlo.

di Barbara Calderola

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