di Monica Autunno

Gorgonzola, 12 maggio 2013 - Oltre 180 famiglie in carico, da aiutare con vestiario e pacchi di cibo, e un assalto ai centri d’ascolto: la crisi morde, e allo “sportello solidale” i numeri sono da record. Sono molti anni che lo sportello d’ascolto della Caritas, nei locali parrocchiali di via Santi Protaso e Gervaso, è un solido punto di riferimento per le famiglie in difficoltà. Ma il giro di boa è arrivato negli ultimi due: crisi e licenziamenti non consentono d’arrivare a fine mese, i Comuni non hanno strumenti d’aiuto.

Ed eccoci dunque, una mattina alle 9 e mezza, in una sala dove l’andirivieni è continuo e l’attività ribolle. Qui, in una sede storica e ormai dagli spazi insufficienti, una quindicina di volontari (sugli ottanta complessivi che, per la Caritas, svolgono servizio anche in altri ambiti e in casa di riposo, con l’associazione Farsi prossimo) si occupano del non semplice compito di ascoltare, recepire richieste, curare approvvigionamenti e gestire il non semplice compito di far convogliare, riordinare, catalogare, dividere e poi distribuire vestiti smessi, oggetti, ma soprattutto cibo. Pasta, riso, scatolame, omogeneizzati, olio, conserve. Alimenti non deperibili in magazzino, alimenti freschi in grandi celle frigorifere.

«Il mese scorso - racconta una decana dei volontari, Gabriella Spataro - abbiamo avuto l’emergenza latte. Nel senso che non sapevamo più dove metterlo. Abbiamo lanciato un appello a messa, perché eravamo scarsi: non so dire quanto ce ne è arrivato. Al supermercato non se ne trovava più». Latte, normale. «Per molte famiglie - aggiunge Marco Sala, altro volto storico, responsabile del settore “cibo solidale” - soprattutto quelle numerose, il latte è il pasto della sera. In molti, ormai, non riescono a preparare una cena». Per il cibo sono diversi i siti di approvvigionamento: il Banco alimentare, e poi supermercati, negozi e botteghe dove viene compiuto l’ormai usuale ritiro serale dell’invenduto.

«Gorgonzola è una città molto generosa». Ascolto e ritiro dei pacchi cibo (il primo due volte la settimana, il martedì e il giovedì dalle 9.30 alle 11.30, il secondo una volta al mese, variabile) sono calendarizzati, in realtà, al bisogno, molte famiglie ritirano anche allo sportello stesso: «Siccome le richieste sono in aumento - ancora Gabriella - da qualche tempo chiediamo il Cud e l’Isee per poterci regolare almeno sulle priorità. È chiaro che è difficile fare controlli rigorosi, ognuno risponde alla sua coscienza, e noi cerchiamo di andare incontro a tutti».

Qualche numero: 80 volontari in vari ambiti; 180 famiglie e più a carico per i pacchi cibo; una media di trecento colloqui l’anno allo sportello; un’impennata di richieste d’aiuto per affitto e bollette. «In questo senso - conclude il responsabile della Caritas di Gorgonzola, diacono Giuseppe Amalfa - stiamo cercando di dare aiuto anche con piccoli lavori a tempo: il nostro compito è aiutare le persone anche a ritrovare la propria dignità».

monica.autunno@ilgiorno.net