Truccazzano, 10 novembre 2012 — Aveva perso il lavoro, proprio prima di mettere alla luce il suo terzo figlio, Mohamed. Gli altri due bimbi, avuti dal suo primo matrimonio, erano stati affidati dai servizi sociali a nuove famiglie. E per il piccolo c’era l’ipotesi della stessa soluzione. Una vicenda dolorosa, accompagnata dal rapporto violento con l’ex marito, da cui si era separata quattro anni fa dopo violenze continue.

Che erano sfociate anche nell’incendio appiccato proprio dal compagno originario della Costa d’Avorio nella casa dove abitavano insieme, a Casirate. A Mozzanica Dahinatou Lengane, 35enne originaria di Garango Bolugou, nel Burkina Faso, pensava forse di potersi finalmente rifare una vita. Di avere quella rivincita di felicità che per troppi anni le era stata negata. Un nuovo lavoro come operaia di un’azienda della zona, una nuova casa che aveva comprato con un mutuo. E anche un nuovo compagno in cui forse riponeva le speranze di un’esistenza finalmente serena.

Un sogno che ha cominciato a sgretolarsi poco prima della nascita del suo terzo figlio, con la perdita del lavoro e l’inizio della crisi con il nuovo compagno, anche lui da qualche mese disoccupato. Nella casa di corte di via Roma dove viveva, i vicini dicono di aver notato il cambiamento. E di aver capito che la donna non stava bene.

L’hanno vista uscire intorno alle 21 di mercoledì con in braccio il piccolo, salire in auto e poi allontanarsi. A casa non ci è mai più tornata. Potrebbe aver vagato tutta la notte nella zona per poi dirigersi giovedì pomeriggio a Truccazzano, lungo l’Adda, spesso luogo di ritrovo degli stranieri che abitano nella bergamasca. È probabile che per questo Dahiantou conoscesse quel luogo. Lo stesso dove si è immersa con il suo piccolo tra le braccia, forse per cancellare il suo doloroso passato.

di Chiara Giaquinta