Pozzuolo Martesana, 10 settembre 2012 — Troppe modifiche in pochi anni, Pozzuolo cambia faccia e da paese fertile e agricolo si prepara a diventare crocevia di enormi infrastrutture e sede di grandi insediamenti. Lo sa bene chi, come Aldo Varisco proprio a Pozzuolo è nato 62 anni fa. «Il nostro bel paese - racconta con amarezza - in pochi anni è stato divorato e distrutto dal cemento».

Brebemi a sud, Tem a ovest, stanno inghiottendo il territorio, campi coltivati ma anche piante, alberi, fontanili e sorgenti. Spariti sotto i colpi delle ruspe per lasciar spazio a colate di cemento e asfalto. È ciò che vedono gli occhi di un cittadino come tanti, che qui è nato e ha radici. Ma quel che è peggio, secondo i residenti, è che nessuno dica nulla e la firma, quasi in sordina durante il mese di agosto del primo cittadino per la cava di prestito, non fa che alimentare l’insoddisfazione. «Non c’è trasparenza né comunicazione - aggiunge -. Abbiamo saputo della firma per la cava dai giornali». Cava che sorgerà per tre quarti proprio a Pozzuolo.

Tanti i problemi da affrontare: da quell’arco Tem che divorerà parte dei territori pozzuolesi alla Dhl, l’enorme logistica che ha preso il posto di aree verdi e coltivate. Fino alla recente bonifica da ordigni bellici sui campi che, di qui a pochi anni, lasceranno il posto alla Tem. «Sono campi coltivati a granturco - prosegue il signor Varisco - ma i mezzi sono entrati senza preavviso distruggendo il raccolto prima che gli agricoltori potessero tagliarlo». Insomma una situazione che crea molto disagio in chi era abituato a spostarsi in bicicletta tra le suggestive stradine sterrate di campagna. «All’ingresso del paese c’è un cartello con scritto “se la natura la rispetti ti sorprenderà”, non si direbbe guardando come, in quattro anni, è stato trasformato il nostro paese. Un tempo fiore all’occhiello della Martesana con il suo verde, le cascine e la grande quantità di acqua».

Daniele Orlandi