San Donato, 18 maggio 2012 - Dall’asse San Donato-Segrate, un colosso della sanità. Ha sede tra il Lambro e la Martesana il circuito ospedaliero primo in Italia e quinto in Europa, nato dall’unione tra il gruppo San Donato e il San Raffaele. A realizzare il connubio Giuseppe Rotelli, il patròn della sanità privata lombarda che ha concluso felicemente la scalata al Monte Tabor dopo essersi conteso la preda con la cordata Ior-Malacalza.

«Per costruire insieme quel campione nazionale che manca all’Italia, il gruppo ospedaliero San Donato, con i suoi due istituti scientifici, il primato in molti settori della medicina, la sua forza organizzativa e finanziaria, unendosi al San Raffaele, ne costituisce il partner naturale e indefettibile». Così ha dichiarato Rotelli nel discorso inaugurale davanti al personale di via Olgettina. La sinergia tra i presidi sta soprattutto nei numeri: in totale 5.329 posti letto, 199.053 ricoveri, 263.028 ricoveri in regime di emergenza urgenza, quasi 15mila addetti con un valore di produzione di oltre un miliardo e 400 milioni di euro. Cifre corpose, che fanno del gigante italiano un soggetto competitivo anche sul piano internazionale.

La priorità, ora, è rimettere in sesto i conti del San Raffaele. Un obiettivo che Rotelli conta di raggiungere entro la fine dell’anno, con un pareggio di bilancio. Poi si potranno studiare scambi e collegamenti tra i nosocomi. Un sistema di sinergie, per la verità, è già in atto. «Stiamo rinegoziando l’acquisto di alcune forniture del San Raffaele grazie all’immagine di San Donato. Fare massa critica e introdurre economie di scala: il rilancio parte anche da qui», afferma Nicola Bedin, amministratore delegato a San Donato, da alcuni giorni nominato con lo stesso incarico anche al San Raffaele.

Da martedì Bedin verrà sostituito al Policlinico da Andrea Mecenero, attuale ad della Madonnina, per potersi dedicare totalmente al nuovo incarico. «Altre forme di collaborazione - prosegue - potranno riguardare l’attività medico-scientifica, nella quale comunque ogni presidio manterrà la propria identità». A partire da San Donato, che conferma la sua attività di punta nel settore della cardio-chirurgia.

Con 35mila interventi eseguiti dal 1988 ad oggi, il Policlinico è ai primi posti in Italia – e non solo - per numero di operazioni e percentuale di successo. Pazienti da tutto il mondo convergono ogni anno nella città dell’Eni per affidarsi agli specialisti del dipartimento Edmondo Malan, attivo all’interno del presidio. «Il settore cardio-vascolare è un’eccellenza, ma non è l’unica - precisa Nicola Bedin -. Siamo un centro di riferimento per la chirurgia esofagea, esprimiamo forti professionalità in ambito ortopedico. Il nostro è un sistema di eccellenze che deriva dalla storia: nato nel 1969, il policlinico ha consolidato nel tempo il proprio ruolo. Oggi unisce all’attività tecnica la ricerca e la didattica. Un insieme di elementi che rappresenta un punto di forza».