di Gabriele Gabbini

Cernusco sul Naviglio, 4 maggio 2012 — Rabbia, frustrazione e tanta preoccupazione, per il presente ma soprattutto per il futuro. Il Comitato genitori di Cernusco sul Naviglio sceglie di alzare la voce dopo i numerosi colloqui a quattr’occhi col Comune prima e con le scuole poi. E lo fa «lontano da qualsiasi bandiera», precisa, con dati statistici che danno un quadro allarmante sulla situazione delle scuole materne cittadine. Troppi bimbi, poche aule e ancor meno educatori.

«Solo in questo 2012 sono rimasti esclusi dalle strutture cernuschesi 31 bambini», spiega Francesco Spurio, uno dei tanti papà costretti a portare il figlio a scuola lontano da casa, in un altro Comune. «Confrontando i dati Istat sull’andamento demografico della popolazione e le nuove nascite, gli esclusi diventeranno 98 l’anno prossimo e, nel 2014, i bambini tenuti fuori dalla materna arriveranno a quota 155». Cifre da capogiro, certo. «Il problema è semplice - aggiunge Marika Colella, anche lei portavoce di un comitato che, a due mesi dalla sua nascita, conta già una settantina di genitori -: il Ministero della Pubblica istruzione non invia insegnanti, quindi anche se a Cernusco - in via Buonarroti - è stata istituita una nuova aula per accogliere gli “esuberi” dei nidi, questa rischia di restare inutilizzata. E - aggiunge -, senza nuove strutture, il problema, numeri alla mano, continuerà a peggiorare».

Sempre da Roma, al posto degli educatori, una circolare alle scuole: «Dotatevi di criteri di ragionevolezza per stabilire chi ammettere e chi no», in sostanza. E proprio su questi criteri monta un’altra polemica: «Premetto che qualunque decisione avrebbe lasciato fuori dei bambini - chiarisce subito Dario Salerio, un altro papà -. Ma Cernusco ha scelto alcuni criteri a dir poco “originali”. Per esempio - sottolinea - si dà la precedenza a chi ha già fratelli o sorelle iscritti a scuola, a chi è figlio di bidelli o insegnanti e perfino a chi abita più vicino all’asilo. Nulla però - sostiene -, riferito a chi ha entrambi i genitori che lavorano oppure riguardo ai redditi di mamme e papà. È assurdo, chiediamo solo equità e giustizia».

Dalla giunta di Eugenio Comincini però, qualcosa si è già mosso: «Garantiremo ai genitori la possibilità di usufruire dell’aula di via Buonarroti, dove il Comune copre già le spese di gestione, pulizia e custodia. Le rette varieranno dai 41 ai 70 euro al mese». Gli insegnanti? Esterni, di una cooperativa sociale. Problema tamponato, dunque. Ma per il futuro? «Il Comune ha fatto quanto in suo potere - conferma l’assessore alla Cultura Mariangela Mariani - tanto che sempre in via Buonarroti è gia pronta un’altra aula. Ora spetta allo Stato darci le insegnanti».

gabriele.gabbini@ilgiorno.net