di Monica Autunno

Trezzo sull’Adda, 4 aprile 2012 - Cst Bristol, slitta di un mese la cassa integrazione: e all’orizzonte prende forma la possibilità della cessione. Sarebbe dovuta scattare dal primo aprile la cassa straordinaria per cessata attività per i 51 (ora 50, uno ha già trovato un altro lavoro ed è il primo dei fuorusciti) dipendenti della storica ditta di circuiti stampati di via Francesco Baracca. Nelle scorse settimane un incontro romano al Ministero ha consentito un rinvio al primo maggio, per una serie di valutazioni che riguardano da vicino il possibile futuro dell’azienda. Rimane sul tavolo, infatti, seppure con molti angoli bui, una possibilità di cessione che è addirittura triplice. Sarebbero tre i compratori interessati: uno storico socio del gruppo Lonati, già in pista da mesi, e due aziende concorrenti, solo una delle quali, tuttavia, garantirebbe la reindustrializzazione del sito e la salvaguardia dell’occupazione.

In azienda si parla di tutto con molto riserbo e altrettanta prudenza. Nel frattempo, si continua a lavorare, e le commesse non mancano: «Un altro paradosso - spiega il referente rsu Tommaso Frizzale - che dobbiamo bene comprendere». Gli accordi sulla fine della Cst Bristol, acquisita pochi anni fa dal gruppo bresciano Lonati, risalgono al 16 febbraio scorso, ed erano stati raggiunti a un paio di mesi dall’annuncio della cessata attività.

L’accordo siglato in Assolombarda prevedeva, ricordiamolo, un anno più uno di cassa straordinaria, con il secondo vincolato al raggiungimento di quote di esubero concordate (il 30%) e una buonuscita per i dipendenti. Un accordo difficile, che aveva prodotto frange di malumore fra i dipendenti, ma che i sindacati avevano a suo tempo definito il migliore che si potesse raggiungere. «L’accordo rimane - spiega l’ssu Frizzale - slittano le date».

Sugli acquirenti? «Non sappiamo molto, almeno per vie ufficiali. Aspettiamo una convocazione formale, per comprendere le possibilità aperte. Vi sono molte questioni su cui abbiamo bisogno di chiarezza». Questioni tecniche ma rilevanti, come le modalità di un’eventuale cessione. Nel corso dei primi tavoli in merito si era ipotizzato l’esaurimento del percorso sindacale e l’istituzione a cessata attività fatta di una Newco. Oggi si ipotizza la cessione diretta. Di tutto si occupa la Filctem Cgil, tra le firmatarie dell’accordo di febbraio.

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