Cassano D'Adda, 10 gennaio 2012 - Vecchio ospedale Zappatoni ancora ostaggio di amianto e casse vuote, il Comune pressa l’Azienda ospedaliera: «I lavori vanno riavviati». È stata il neoassessore alle Politiche sociali Arianna Moreschi a contattare il direttore generale del colosso sanitario di Melegnano Angelo Cordone, chiedendogli un incontro urgente per definire, se possibile, l’ormai paradossale situazione del cantiere del vecchio ospedale di via Di Vona, la cui ristrutturazione, avviata nel 2009, fu sospesa a razzo causa amianto e non è mai ripartita. I cittadini non hanno smesso di chiedersi che ne è dei lavori e scuotono la testa davanti al cantiere sempre allestito a fianco del padiglione nuovo, che ospita, perfettamente funzionanti, le divisioni di Riabilitazione, unica specialità rimasta in attività all’ospedale cassanese.

L’incontro promesso dovrebbe tenersi a settimane: «Se non sarà convocato con tempestività, torneremo alla carica». Un primo abboccamento fra il neoassessore e il direttore generale si è in realtà tenuto poco tempo fa durante un giro degli ospedali promosso dal Partito Democratico di zona, per prendere visione delle singole situazioni. «Ho fatto delle sollecitazioni precise su Cassano - spiega la Moreschi - e mi è stato risposto che si stava affrontando il problema. Un problema, naturalmente, di ordine economico: la bonifica dell’amianto, preliminare alla ristrutturazione che era già stata progettata e finanziata, costa oltre un milione di euro<WC>»

Occorre tornare al novembre 2008, mese e anno in cui, dopo i lavori, fu inaugurato il nuovo padiglione dello Zappatoni, a fianco del vecchio, intitolato a Giacinto Facchetti e costato oltre undici milioni di euro. Qui furono allora trasferiti i 44 posti letto di Riabilitazione cardiorespiratoria e neuromotoria che costituiscono a tutt’oggi, insieme a sei <>posti di dialisi e sei di day hospital, il cuore dell’attività del nosocomio, privato ormai vent’anni fa, fra le polemiche, e fra vane sollevazioni popolari, di tutti i reparti per acuti. I numeri dell’attività erano però destinati su carta a crescere: alla ristrutturazione degli spazi del vecchio ospedale era infatti vincolata la prospettiva di raggiungere il traguardo dei 120 posti letto complessivi ripartiti fra le due strutture. I lavori di ristrutturazione del vecchio edificio che affaccia in via Quintino di Vona erano dunque partiti nel 2009, per interrompersi dopo qualche colpo di ruspa. Il perchè era stato subito spiegato: amianto, in quantitativi inaspettati e trovato in molte parti della struttura. Da allora, silenzio totale, se si fa eccezione per qualche nota aziendale che ha in tempi diversi fatto riferimento a «procedure specifiche in atto» per reperire i fondi necessari.
 

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