Segrate, 9 aprile 2011 - La Martesana si conferma territorio simbolo per agiatezza e qualità della vita, a livello locale così come a livello nazionale. Sono ben sei, infatti, i centri dell’Est Milano presenti nella graduatoria dei cento comuni più “ricchi” d’Italia, stilata dal Sole 24 Ore in base agli ultimi dati (2009) diramati dal Ministero delle Finanze relativi al reddito imponibile lordo medio dichiarato al Fisco dai contribuenti degli oltre 8.100 municipi. Al nono posto assoluto (che diventa il primo a livello nazionale se si considerano i comuni con più di 20mila abitanti) si staglia Segrate con i suoi 20.516 contribuenti in grado di produrre ogni anno un tesoretto complessivo pari a circa 750 milioni di euro, per un reddito medio annuo pro capite di 36.535 euro. Merito dei sempre più numerosi cittadini abbienti che scelgono di risiedere in città e soprattutto nei due quartieri modello Milano 2 e San Felice.

Altro piccolo eden sembra essere Cassina de’ Pecchi: il totale delle dichiarazioni dei redditi dei suoi oltre 8mila contribuenti supera infatti ogni anno i 245 milioni di euro, per un reddito pro capite di 29.464 euro che vale il 54esimo posto per ricchezza a livello nazionale. Il 60esimo è invece occupato da Cernusco sul Naviglio: poco meno di 20mila contribuenti che generano redditi per quasi 570 milioni di euro ogni dodici mesi. Reddito medio di ciascun residente: 29.247 euro. Nella «top 100» anche Rodano (74esimo), dove ciascun contribuente dichiara annualmente 28.718 euro.

Qual è il segreto di tanta appetibilità? La parola ai primi cittadini. Che non hanno dubbi: la spiegazione non è solo nei 730 dei «paperoni» residenti, ma anche in precise scelte politiche e amministrative. «Siamo nella top 100 sia per via di un nucleo di residenti mediamente benestanti - spiega il sindaco cernuschese Eugenio Comincini - sia perché le scelte urbanistiche delle giunte che si sono succedute hanno consentito di creare una città bella, ordinata, vivibile e appetibile. Chi arriva qui nota subito queste caratteristiche e sono in molti quelli che si innamorano a prima vista. L’alto costo medio delle case, poi, dovuto proprio all’alta qualità della vita, contribuisce a fare una sorta di selezione all’ingresso. Ma nonostante questo è grande la solidarietà e l’attenzione alle fasce più basse della popolazione. Basti pensare che un quarto del nostro bilancio è destinato ai servizi sociali».

Sulla stessa lunghezza d’onda Adriano Alessandrini, sindaco di Segrate: «Un dato prestigioso e significativo, il nostro, che non si spiega solo con Milano 2. Ma anche con uno sviluppo cittadino basato sulla precisa volontà di mettere al primo posto il progressivo innalzamento della qualità dei servizi. I dati, poi, ci portano inevitabilmente a fare una riflessione sul federalismo: se davvero quote sempre maggiori di imposte oggi destinate allo Stato torneranno a disposizione dei comuni, le città ad alto reddito come la nostra potranno godere di nuove e preziose risorse da ridistribuire sul territorio per innalzare ancora di più la qualità della vita, anche e soprattutto a favore delle fasce di reddito più basse. Un circolo virtuoso che speriamo possa presto diventare realtà».