Pozzuolo Martesana, 16 gennaio 2011 - «Secondo alcune tradizioni le campane comunicano con l’Eterno, levando alta la voce dell’uomo. Secondo altre la campana è la voce di Dio». In ogni cultura, comunque, il suono di campana è «il mezzo privilegiato di comunicazione fra il divino e l’umano». Ma ha anche il compito, triste o festoso, di comunicare avvenimenti alla comunità. Uno strumento e un simbolo.

Siamo a Pozzuolo Martesana, dove, da decenni, opera una delle pochissime aziende italiane che nascondono il segreto del suono di una campana. La storia della «A.E.I. di Perego & C» è lunga e affascinante. Fondata da Luigi Perego, oggi è gestita dai tre soci Paolo Novaga, Claudio Perego (figlio di Luigi) e Mario Moccia.

Fabbrica campane, battagli e martelli, si occupa di sistemi di suono automatizzato, fornisce il servizio completo a campanili di chiese di ogni epoca, moda e luogo del mondo: ad oggi, è Fornitore Ufficiale Custodia di Terrasanta. Entrare nelle viscere dell’azienda, nei grandi capannoni di via Salvo d’Acquisto, richiama alla mente le suggestioni di Tim Burton, gli orologiai di Alice e del Paese delle Meraviglie. Ma il lavoro è tutt’altro che una fiaba.

«L’attività è nata di fatto nel 1929 - spiega Paolo Novaga - quando la ditta di Renzo Lorenzi avviò, per prima in Italia, l’attività di automazione delle campane. La Lorenzi fu acquisita nel 1959 da terzi e poi, all’inizio degli anni Settanta, dalla Aei di Luigi Perego. Da allora si è continuato a lavorare, all’insegna della tradizione e dell’innovazione». Gli impianti realizzati sono decine di migliaia. «Il sistema elettronico prevede un pc in sacrestia - spiega Novaga - che regola orari e suoni secondo il calendario della liturgia. C’è anche la possibilità del campanile con disco e altoparlanti, ma si predilige ancora la campana». Un campanile medio ha cinque campane, ma si può arrivare a dodici. La campana è di bronzo, lega di rame e stagno.

L'azienda lo acquista (il prezzo della materia prima è al massimo storico, «colpa della Cina»), la fusione si compie in siti esterni, poi, nell’antro di Pozzuolo, si lavora: la realizzazione dell’oggetto in stampi e sagome, fregi e incisioni su richiesta del committente, suono e attrezzature, tutto per mano di 22 dipendenti specializzati, da elettricisti a montatori, da carpentieri a meccanici. Oggi di qui escono 70, 80 campanel’anno, il cliente maggiore il clero cattolico, poi i Comuni e i privati. I gioielli? La maxi campana sul piazzale del San Raffaele, due metri di diametro, 5 quintali di peso. E ancora le campane del Duomo di Milano, quelle di San Giovanni Battista a Monza, il Duomo di Firenze e la Basilica di San Francesco ad Assisi.