"Bengi" Benati dei Ridillo e la via italiana del funky

La festa per i trent’anni di carriera oggi all’Arena Bike di Mantova. E l’ omaggio al Kaimano, batterista del gruppo morto due anni fa

Il gruppo dei Ridillo fondato da Daniele Benati

Il gruppo dei Ridillo fondato da Daniele Benati

Mantova - Daniele Benati, conosciuto nel mondo dell’arte come Bengi, avrebbe voluto forse nascere ad ottomila chilometri da qui. Ma venire da Suzzara, invece che da Memphis, non l’ha mai considerato un diminutio, trovando nel ‘91 coi Ridillo una via italiana a quel sorprendente mix di rhythm & blues, soul e funk realizzato oltre oceano da colossi come Commodores o Earth Wind & Fire. "Sono passati trent’anni esatti e, invece di riceverli, abbiamo pensato di farli noi i regali ai fans" spiega Bengi, nell’attesa di festeggiare il genetliaco (che tradotto in numeri significa 900 concerti, 112 canzoni registrate, 38 singoli, otto album e cinque greatest hits) oggi all’Arena Bike In di Mantova. "Dallo scorso gennaio, infatti, ogni 22 del mese abbiamo pubblicato una composizione nuova o il rifacimento di un pezzo più o meno conosciuto del nostro repertorio, a cominciare da ‘Mangio amore’ e ‘L’ira di Dio’. Un singolo l’abbiamo condiviso pure con i Fitness Forever, band napoletana molto vicina alle nostre sonorità". L’ultimo brano uscito è "Star in this party". "Sì, titolo inglese per scherzare sullo stare in disparte. Chiuderci in studio ogni mese per far accadere qualcosa è stato il nostro modo di anestetizzare il languore della lontananza dai palcoscenici". Per l’anniversario avete scelto l’Arena Bike In. "Siamo mantovani per 4/5 e l’idea di festeggiarci in un posto del genere, con il Castello di San Giorgio alle spalle, è piaciuta subito a tutti; così come quella di impreziosire la serata con presenze speciali come quella di un quartetto d’archi o degli Infradisco. Ovviamente non mancherà un omaggio al nostro batterista Renzo Finardi, detto Il Kaimano, che ci ha lasciati due anni fa". Seguiranno altri appuntamenti? "Sì, compreso uno al leggendario Blue Note di Milano a novembre in concomitanza con l’uscita della raccolta in cui troveranno spazio i tutti singoli realizzati quest’anno". Al Blue Note avevate registrato pure un disco dal vivo di un certo successo. "Sì, doppio cd uscito quattro anni fa che consideriamo una medaglia da appuntare sul petto a conferma che nel campo del soul e del funky all’italiana siamo quelli giusti. Visto che non siamo più dei ragazzini, essere raccomandati dall’algoritmo di Spotify è una gran bella soddisfazione". A cos’altro sta lavorando? "Con la mia etichetta That’s Amore Music ho appena pubblicato un album dalle sonorità peninsulari anni Sessanta, il 24° di una serie avviata nel 2012 molto utilizzata come musica di sottofondo da tutti quegli esercizi commerciali che esportano la nostra italianità nel mondo".