Renzi a Moglia con i sindaci dei comuni terremotati: "Pronti 205 milioni per la ricostruzione a maggio"

Accoglienza calorosa al premier che poi è partito alla vlta del capoluogo dove ha aperto la campagna elettorale per le amministrative. Applausi ma anche contestazioni di vari gruppi. "Non ci faremo fermare, il futuro può essere migliore del passato". Ma i sindaci chiedono 500 milioni: "Assurdi privilegi per i comuni e milioni, a Moglia ancora 470 famiglie sfollate"

7 - Il premier Matteo Renzi a Mantova

7 - Il premier Matteo Renzi a Mantova

Moglia (Mantova), 19 aprile 2015 - Il premier Matteo Renzi ha incontrato questa mattina i sindaci dei 15 comuni del Mantovano più colpiti dal terremoto del maggio 2012. Il premier è arrivato intorno le 9 accolto da tutto il paese che lo stava attendendo nella piazza principale dalle 8 del mattino sotto un brezza pungente.

Caloroso l'applauso rivolto al premier quando è sceso dall'auto ed entrato nella sala del Museo delle Bonifiche dove ha incontrato i sindaci. A Moglia è rimasto circa tre quarti d'ora, poi è partito alla volta di Mantova, per una manifestazione elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Mattia Palazzi al Teatro Sociale. 

«200 milioni saranno pronti con il prossimo decreto» in modo che «possa finalmente iniziare il dopo ricostruzione» ha detto Renzi a Moglia, uno dei comuni del Mantovano colpiti dal terremoto che ha investito anche l'Emilia Romagna. «Sono qui per dire che è finita l'era dei cittadini di serie A e di serie B e che è stato un errore consentire due risposte diverse, una più efficiente». Nel Mantovano si sono infatti lamentati della disparità di trattamento fra i comuni emiliani e quelli lombardi. 

«È assurdo - ha continuato il premieri - aver due modalità diverse di risposte ad un terremoto separato solo dai confini geografici. il cittadino si arrabbia e ha ragione e il sindaco diventa l'ultima istanza, il custode dell'arrabbiatura di un intero paese». Il premier ha fatto l'esempio dell'alluvione di Firenze del 1966 che, «per la mia città ha costituito un dopo; da allora si ricordano vittime e danni e lo spirito e l'orgoglio della ripartenza. Deve essere così anche qui. Però se non inizia mai il dopo e la gente continua a rimanere fuori casa è inutile pensare al dopo. Io oggi sono qui per dire che se nella vicenda del terremoto ci sono stati cittadini di serie A e di serie B anche per motivi comprensibili, non esiste alcuna polemica o distinzione geografica o politica su un tema simile. Mettiamoci pancia a terra per quantificare i danni. Abbiamo già liberato i primi 205 milioni di euro già da venerdì scorso. E questo è l'inizio. Adesso va trovato il canale normativo, il criterio per assegnarli. Penso ad un decreto da fare nelle prossime settimane, magari mettendo dentro altre norme sugli enti locali perché c'è la necessità di partire con il nuovo piano sanitario. Il giorno dopo però - ha avvertito il premier - dovrà esserci un collegamento costante con i cittadini per stabilire le tappe che ancora mancano per centrare l'obiettivo perché i cittadini hanno diritto ad avere una data per il rientro nelle loro case».

Per Renzi «i soldi saranno disponibili entro maggio e non appena il decreto sarà presentato sindaci e parlamentari terremo aperto un punto di riferimento con i cittadini perché siano evidenti i vari passi da compiere. Potrebbe essere un tavolo, anche se non mi piace questo termine, visto che quando la politica non sa cosa fare fa un tavolo a cui potrebbero sedersi anche i rappresentanti dei comitati di cittadini che si sono costituiti in occasione del terremoto». Il riferimento è a quello che poco prima Simona Panzani aveva presentato al premier: «Mi ha colpito - ha detto Renzi - quello che ha detto e cioè che in pianerottolo di un condominio inagibile c'erano cinque persone e una di queste, stanca dei continui ritardi nella ricostruzione, ha deciso di abbandonare il paese. Questo non deve più succedere». Vedendo tra il pubblico il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, Renzi ha detto: «Trovo bello che ci sia e lo ringrazio».

Il presidente del Consiglio ha dunque aperto la campagna elettorale per le amministrative del 31 maggio proprio da Mantova e ha voluto rilanciare con forza l'azione del Partito Democratico e del governo sottolineando che "preferisco correre il rischio di fare errori, piuttosto che restare nella palude. Non ci faremo fermare". Renzi ha poi aggiunto "siamo qui come Pd, anche a Mantova, perche' il futuro puo' essere migliore del passato"

Il  presidente del Consiglio ha ricordato, all'inizio del suo discorso per l'apertura della campagna elettorale della amministrative le decine di vittime persone che ancora oggi hanno perso la vita nel Mediterraneo sui barconi della morte. "Non possiamo restare insensibili a quanto accade, quando nel Mediterraneo tutti i giorni c'e' una strage. Ed e' difficile parlare di bellezza quando accadono queste cose. Anche un Comune e' immerso nelle sfide e nel dolore che vive il mondo di oggi".

Ha rilanciato anche la riforma della scuola e ha nuovamente stigmatizzato l'atteggiamento dei sindacati che hanno dichiarato uno sciopero contro la riforma della scuola. "Noi andremo ad assumere 100mila insegnanti e trovo assurdo che si faccia uno sciopero". Renzi ha poi sottolineato che la scuola e' una "palestra di liberta'" e non e' un semplice luogo "dove si stilano i profili per il nuovo lavoro ma per me la scuola significa appassionare a leggere una pagina di letteratura, Virgilio non e' chiuso nei nostri ricordi".

E sulle primarie: "La prima regola e' rispettare le regole. Se c'e' - ha detto Renzi - un espressione della volonta', come le primarie, o una decisione degli organi di partito, rispettarle non vuol dire essere anti democratico, e' anti democratico non rispettare le regole". Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto che di fronte a una campagna elettorale "bisogna lasciare da parte polemiche e divisione e riconoscersi nelle medesime regole. Quando si fanno le primarie, si va tutti insieme con chi le vince. Oggi sono qui a Mantova poi andro' a Venezia a sostenere Casson anche se spesso non e' stato d'accordo con me". 

Allcune decine di persone hanno contestato il presidente del Consiglio davanti al teatro sociale di Mantova. Un presidio multiforme per protestare davanti al Teatro dove Renzi ha ufficialmente aperto la campagna elettorale del Pd per le amministrative. Un gruppo eterogeneo che include la Rsu della Provincia di Mantova, antagonisti, Movimento 5 stelle e bandiere No-Tav e No Expo. Tra i cartelli anche uno con la scritta 'Lega ladrona Mantova non perdonà e un altro con scritto 'Renzi stai (poco) sereno non ti daremo tregua..

Il premier è ripartito verso le 11 alla volta di Roma per  seguire da vicino la vicenda del barcone affondato nel canale di Sicilia.