Mantova, a Palazzo Ducale "Il giro del mondo in 8 stanze"

I viaggi su tela, e non solo, di Hubert Sattler

'Il giro del mondo in 8 stanze' a Palazzo Ducale a Mantova

'Il giro del mondo in 8 stanze' a Palazzo Ducale a Mantova

mantova, 20 maggio 2018 - A Damasco lo presero a sassate. Anche a metà Ottocento gli ospiti occidentali non erano graditi nel Medio Oriente, memore delle scorribande napoleoniche. Ma Hubert Sattler, grande artista e grande viaggiatore salisburghese, rischiò la pelle per un suo cosmorama. Erano dipinti olio su tela di grandi dimensioni, rappresentavano città e paesaggi, divennero subito apprezzatissimi e famosi perché costituivano un modo alternativo di viaggiare in un’epoca senza low cost, in cui questa abitudine era un privilegio. Sattler ne dipinse 128 e ancora oggi sono la base di grandi voli pindarici, non nello spazio ma nel tempo, come dimostra, sin dal primo impatto l’esposizione allestita a Palazzo Ducale di Mantova con le opere del pittore austriaco.

«Il giro del mondo in 8 stanze» è un titolo ispirato palesemente al romanzo di Jules Verne, uscito in Francia nel 1873: il libro riscosse un successo incredibile e segnò il passaggio da un modi di viaggiare ‘popolare’ non più legato alla religione (i pellegrinaggi) o al censo (i ‘grand tour’ degli aristocratici seisettecenteschi). Non a caso la mostra si apre con due prime edizioni di Verne in francese e in italiano «che abbiamo comprato per l’occasione», ha spiegato il direttore di Palazzo Ducale Peter Assmann. All’infuenza dell’autore francese non sfugge l’artista di Salisburgo, trascinato dalle ‘nuove tecnologie’ del suo tempo. Prima il dagherrotipo, poi il cinema. Sattler inizia col disegno minuzioso delle città che visita, poi passa alla fotografia, senza mai tradire tuttavia la tecnica dell’olio su tela. Nel castello di San Giorgio, il giro del mondo ricavato da opere che arrivano per la prima volta in Italia dal museo di Salisburgo, parte ovviamente dal Bel Paese e da una citazione goethiana tratta dal viaggio in Sicilia del poeta tedesco: ecco com’erano Taormina, oppure Genova, Roma, le prime vestigia affiorate a Pompei, o la Venezia di fine Ottocento. I

l passaggio successivo porta alle due capitali mondiali dell’epoca: Londra con il suo Expo del 1862, già allora fulcro dell’economia mondiale, e Parigi di fine secolo, ancora priva della Tour Eiffel ma capofila dell’arte e della cultura europea. Un’altra stanza ci porta in Spagna, un’altra ancora nella storia drammatica della Mitteleuropa con un panorama di Ginevra nel quale l’autore, in un piccolo triangolo, riesce a descrivere l’attentato mortale a Sissi imperatrice d’Austria da parte di un irredentista italiano. Ma il viaggio continua e approda a Luxor, al Nilo, al Cairo, in una stanza corredata dalla mummia egizia di un gatto prestata a Mantova dal museo del Buonconsiglio di Trento. La conclusione dell’avventura di Sattler è nel nuovo mondo delle Americhe, con una Manhattan ancora orizzontale e le visioni del Gran Canyon e di Montevideo. «Palazzo Ducale persegue con coerenza il suo progetto - ha spiegato Assmann - che è di aprirsi all’Europa e ai suoi i nessi con la cultura dei Gonzaga e più in generale dell’Italia». La mostra è stata inaugurata ieri, resterà aperta tutta l’estate.