Enrico Zenatti, 54 anni, è accusato di aver ucciso la suocera che abitava al piano di sotto della villetta

Enrico Zenatti, 54 anni, è accusato di aver ucciso la suocera

Mantova, 14 dicembre 2021 -  "Non l’ho uccisa io" : Enrico Zenatti, dopo tre giorni passati nel carcere di Mantova con addosso l’accusa di aver assassinato la suocera Anna Turina risponde brevemente ma con calma al gip che lo interroga. Lo fa durante l’udeinza di convalida dell’arresto che dura meno di un’ora alla presenza del giudice delle indagini preliminari Beatrice Bergamasco, del pm Fabrizio Celanza e della difesa, rappresentata dall’avvocato Silvia Salvato. Il rito si concluderà con la conferma della custodia in carcere dell’ambulante di frutta e verdura finito sotto inchiesta. Ma mentre il provvedimento cautelare lo lascia in carcere, Zenatti mette sul tavolo una prima dichiarazione di innocenza, anche se non sembra fornire - da quanto è trapelato - una verità alternativa a quella ricostruita dai carabinieri di Mantova e dal pubblico ministero. Cosa è accaduto giovedì sera nella villetta di Malavicina, frazione decentrata di Roverbella, dove la signora Turina 73 anni, viene trovata morta in una pozza di sangue? Alcuni fatti sono certi: la donna ha la gola tagliata, la giugulare recisa non le ha lasciato scampo. Attorno a lei, sicuramente, si sono mosse tre persone: la figlia Anna, moglie dell’ambulante, il figlio paolo e lo stesso Zenatti. Quando gli viene mostrata la prova delle tele camere che lo inquadrano mentre entra nell’abitazione di largo Puccini non si meraviglia: "Ero li per dare aiuto. Prima ero passato da mia suocera per portare una bottiglia, nulla di più". Altra certezza : per una frazione di tempo più o meno lunga l’uomo è rimasto solo con la vittima mentre gli altri si allontanavano, sembra per chiedere aiuto e tenere lontana la nipotina di Anna Turina che era in casa con la madre. Zenatti ammette la circostanza, ma precisa che si è trattatto di pochi secondi o minuti, nella confusione che c’era, ricorda, non sa essere più preciso. Altri elementi dal suo interrogatorio non trapelano. Qualcosa in più si saprà dall’autopsia, in corso ieri sera a Verona, ma per i risultati definitivi dell’accertamento i periti hanno 60 giorni di tempo. È la dinamica dei fatti a restare oscura: sembra che la signora sia riuscita a chiedere aiuto quella sera. E come può averlo fatto con la gola squarciata? Evidentemente è stata colpita prima da qualcuno che era con lei. è chiaro che i carabinieri potrebbero avere in mano quella che secondo loro è la chiave del giallo. Che però resta segreta. D’altra parte Zenatti è un imputato sui generis: è stato accusato, condannato e assolto perl ’omicidio di due prostitute nel Veronese a metà degli anni Duemila. Il pm era lo stesso di oggi, Fabrizio Celanza, che aveva chiesto 30 anni. Si dice che l’ambulante se la fosse cavata anche per una intempestiva fuga di notizie, un incidente che stavolta la Procura vuole scongiurare.

Cronaca

Mantova, 14 dicembre 2021 -&nbsp; "Non l’ho uccisa io"&nbsp;: Enrico Zenatti, dopo tre giorni passati nel carcere di Mantova con addosso l’accusa di aver assassinato la suocera Anna Turina risponde brevemente ma con calma al gip che lo interroga. Lo fa durante l’udeinza di convalida dell’arresto che dura meno di un’ora alla presenza del giudice delle indagini preliminari Beatrice Bergamasco, del pm Fabrizio Celanza e della difesa, rappresentata dall’avvocato Silvia Salvato. Il rito si concluderà con la conferma della custodia in carcere dell’ambulante di frutta e verdura finito sotto inchiesta. Ma mentre il provvedimento cautelare lo lascia in carcere, Zenatti mette sul tavolo una prima dichiarazione di innocenza, anche se non sembra fornire - da quanto è trapelato - una verità alternativa a quella ricostruita dai carabinieri di Mantova e dal pubblico ministero. Cosa è accaduto giovedì sera nella villetta di Malavicina, frazione decentrata di Roverbella, dove la signora Turina 73 anni, viene trovata morta in una pozza di sangue? Alcuni fatti sono certi: la donna ha la gola tagliata, la giugulare recisa non le ha lasciato scampo. Attorno a lei, sicuramente, si sono mosse tre persone: la figlia Anna, moglie dell’ambulante, il figlio paolo e lo stesso Zenatti. Quando gli viene mostrata la prova delle tele camere che lo inquadrano mentre entra nell’abitazione di largo Puccini non si meraviglia: "Ero li per dare aiuto. Prima ero passato da mia suocera per portare una bottiglia, nulla di più". Altra certezza : per una frazione di tempo più o meno lunga l’uomo è rimasto solo con la vittima mentre gli altri si allontanavano, sembra per chiedere aiuto e tenere lontana la nipotina di Anna Turina che era in casa con la madre. Zenatti ammette la circostanza, ma precisa che si è trattatto di pochi secondi o minuti, nella confusione che c’era, ricorda, non sa essere più preciso. Altri elementi dal suo interrogatorio non trapelano. Qualcosa in più si saprà dall’autopsia, in corso ieri sera a Verona, ma per i risultati definitivi dell’accertamento i periti hanno 60 giorni di tempo. È la dinamica dei fatti a restare oscura: sembra che la signora sia riuscita a chiedere aiuto quella sera. E come può averlo fatto con la gola squarciata? Evidentemente è stata colpita prima da qualcuno che era con lei. è chiaro che i carabinieri potrebbero avere in mano quella che secondo loro è la chiave del giallo. Che però resta segreta. D’altra parte Zenatti è un imputato sui generis: è stato accusato, condannato e assolto perl ’omicidio di due prostitute nel Veronese a metà degli anni Duemila. Il pm era lo stesso di oggi, Fabrizio Celanza, che aveva chiesto 30 anni. Si dice che l’ambulante se la fosse cavata anche per una intempestiva fuga di notizie, un incidente che stavolta la Procura vuole scongiurare. &nbsp;

Roverbella, l’ambulante in cella resiste: non ho ucciso mia suocera

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