Mantova, scuola finita: giù il banco dalla finestra. Sospesi 4 studenti

Il video del lancio ripreso con un telefonino e postato sui social

Il momento in cui il banco viene gettato dalla finestra

Il momento in cui il banco viene gettato dalla finestra

Mantova, 9 giugno 2019 - Quel banco di scuola lanciato dal primo piano in favore di smartphone per fortuna non ha colpito nessuno, ma ha fatto molto rumore comunque. Soprattutto perché, contrariamente ad episodi simili, ha avuto il discutibile onore di finire in rete. La bravata, che è già costata 15 giorni di sospensione al suo autore, uno studente minorenne dell’istituto per geometri ‘Carlo D’Arco’ di Mantova, è avvenuta in un’aula della sede di via Tasso: approfittando di un momento di distrazione di un professore che teneva lezione un ragazzo apre una finestra, un altro solleva un pesante banco e lo scaraventa nel giardino interno. Altri due studenti filmano col telefonino le ‘gesta’ dei compagni di classe e da allora la scena finisce sui device di migliaia di ragazzini e in mezza città. Solo per un caso quel mobile scolastico non colpisce nessuno e nemmeno lo sfiora: cade e rimbalza ma senza conseguenze per le persone o le cose.

«Poteva scapparci il morto» commentano gli insegnanti. Ma che non sia accaduto è l’unico motivo di sollievo per la dirigente dell’istituto Maria Rosa Cremonesi e il suo staff, che immediatamente chiedono chiarimenti al docente in aula, interrogano i ragazzi e nel giro di poche ore sospendono l’autore del lancio (il ‘massimo della pena’ comminabile subito) mentre i bulletti suoi complici si sono visti affibbiare 4 giorni di sospensione.  Troppo poco, criticano i ‘leoni da tastiera’ che infiammano il dibattito sul web. Ma, come spiegano le autorità scolastiche, si tratta di un provvedimento al quale seguiranno le decisioni probabilmente più gravi del consiglio d’istituto già convocato per i prossimi giorni. Prima di arrivare ai provvedimenti la preside dell’Istituto per geometri e i suo collaboratori hanno impiegato quasi una giornata nella classe dove si sono svolti i fatti, simulando le posizioni dei presenti e persino il lancio del banco. La sequenza sembra essere stata completamente chiarita. Sui retroscena e le personalità degli autori, invece, c’è ancora molto lavoro da fare: «Da due anni seguivo il caso di quel ragazzo – racconta la professoressa Cremonesi –. Era già successo che avesse avuto comportamenti da sanzionare, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che arrivasse a tanto». 

Ora la scuola, comprendente anche il liceo D’Este oltre all’istituto tecnologico, chiederà aiuto anche ai servizi sociali per scandagliare la realtà familiare nella quale vive il minorenne. L’ambiente è stato sconvolto da quanto accaduto: il D’Este-D’Arco è noto in città per moltissime iniziative di coinvolgimento degli alunni (l’ultima è l’apertura di una sala di danza e di registrazione) e c’è la preoccupazione che l’episodio offuschi una realtà per altri versi molto vitale. «Non credo siamo di fronte all’esplodere di un disagio sociale – commenta l’assessore comunale Marianna Pavesi –. Tutto lascia pensare a una bravata, gravissima certo, ma una bravata. La scuola ha fatto quello che doveva: è intervenuta tempestivamente e con il massimo della severità consentita dalla legge». Il che non ha evitato che anche Mantova sia finita nell’elenco dei precedenti di ‘lancio di oggetti’ dalle scuole: dalle tre sedie lanciate a Nardò in Puglia, a bottiglie in altre città del Sud e ad altri oggetti più recentemente a Viadana.