Festivaletteratura, da Malvaldi a Baricco

Trecento eventi dal 7 all’11 settembre e qualche defezione come il premio Nobel Olga Tokarczuk. Chiude l’irlandese Anne Enright

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di Tommaso Papa

Il Festivaleteratura numero 26, che segna il ritorno alla presenza di autori e pubblico, è sempre più vicino. La presentazione del programma è una sorta di ciak ideale per la corsa alle prenotazioni agli oltre 300 eventi che si dipaneranno tra il 7 e l’11 settembre. Decine di autori sono attesi sulle rive del Mincio e, assieme alle tante conferme, si registra qualche assenza dell’ultimo minuto, come quella della premio Nobel polacca Olga Tokarczuk e della giapponese Mieko Kawakami. Il calendario resta comunque ricchissimo. Impossibile riassumerlo. Si può solo indicare alcuni eventi. Mercoledì 7 la kermesse mantovana debutta nel pomeriggio con la presenza di del giallista Marco Malvaldi. Poco dopo il palco di piazza Castello ospita Alessandro Baricco con un incontro dedicato a Beppe Fenoglio, scritore e partigiano. In serata è la volta del narratore milanese, valdostano d’adozione, Paolo Cognetti, premio Strega nel 2017, che ripercorre i paesaggi e le salite delle sue Alpi. L’oppressione sotto forma di colonialismo è il bersaglio dell’ambientalista indiana Vandana Shiva. Per chiudere in musica al festival si affaccia Angelo Branduardi in veste di ‘moderno trovatore’. Giovedì Marco Impagliazzo, direttore della Comunità di Sant’Egidio, e Antonio Spadaro portano al festival lo spettro della terza guerra mondiale visto nell’ottica di Papa Francesco e della sua ‘diplomazia della pace’. E un altro curioso appuntamento lambisce il tema della guerra europea: è l’incontro con il direttore dell’Accademia di Brera James Bradburne, che racconta dell’incredibile ritrovamento di 257 libri per bambini stampati nell’Urss degli anni Trenta e oggi custoditi alla Braidense di Milano, uno spaccato straordinario della realtà sovietica. Le foto come testimonianza riassumono la figura di Olivo Barbieri, definito ‘più che un fotografo un filosofo dell’immagine’. Di città antiche ma miracolosamente ritrovate parlerà Massimo Osanna, direttore generale dei Musei ed ex responsabile del sito archeologico di Pompei. Si passa dalla civiltà vesuviana antica all’Africa con Ben Okri e la sua ‘Nigeria tra sogno e realtà’. Tra i protagonisti del venerdì festivaliero ci sono il giallista irlandese John Banville e poi Milo Manara, maestro nell’arte del disegno e del fumetto.

Nei luoghi del festival, lo stesso giorno arriverà anche il suo collega Zerocalcare. Non meno nota e apprezzata dal pubblico è la figura del regista Pupi Avati che al Festival di Mantova partecipa a due eventi, uno su Dante e uno su Pasolini e l’ambientazione (mantovana) delle ‘120 Giornate di Sodoma. Campione dell’evento clou della giornata sono le pluripremiate scrittrici italiane Giulia Caminito e Melania G. Mazzucco. Record d’incassi nella sua Francia e a livello internazionale, Pierre Lemaitre svetta tra gli eventi del sabato, dove l’autore d’Oltralpe parlerà della sua trilogia su ‘un secolo drammatico’, il Novecento. Di ‘secolo breve’ nel trentennale dell’assedio di Sarajevo, si occupa con toni commossi ma non privi di humor balcanico lo scrittore bosniaco Alexandar Hemon, esule negli Usa dallo scoppio della guerra in Jugoslavia. Di guerra (alla mafia) si occupa Roberto Saviano nel suo incontro col pubblico dedicato a Falcone. Giancarlo Antognoni celebrerà invece i 40 anni dalla coppa del mondo di calcio dell’82. Domenica è il giorno della chiusura del festival e dell’annuncio dell’edizione 2023.

Un rituale gesto di speranza che però non aggira argomenti drammatici come il ruolo della Russia di Putin (ne parla il filosofo e saggista Michel Eltchaninoff in un incontro intitolato ‘La mente dello zar’). Il gran finale è affidato alla scrittrice irlandese Anne Enright e alle verdi colline dell’isola di smeraldo.