Kenya, ergastolo per pedofilia a un 50enne mantovano: "È innocente"

Inizia oggi la battaglia legale

Carcere

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Mantova -  Inizia oggi la battaglia legale per sottrarre all’ergastolo per pedofilia inflittogli in Kenya l’artigiano P.C., 50 anni, di Goito, nel Mantovano. L’uomo, un imbianchino, è stato condannato al carcere a vita da un tribunale dello stato africano: avrebbe violentato un bimbo di tre anni, figlo adottivo della sua ex moglie kenyota.

C. da subito si è dichiarato innocente. E la sua famiglia si è schierata con lui, che ora è in un carcere di massima sicurezza. Il padre B. e la madre L. si sono chiusi nel dolore. Il fratello M., fabbro molto conosciuto in paese, ha preso la parola per dire che l’ambasciata italiana a Nairobi sta facendo tutto il possibile per Paolo e che già oggi i familiari nomineranno un proprio legale di fiducia italiano.

L’imbianchino goitese (che ha un altro fratello, L., e una sorella, F., che vive nel Bresciano) era appassionato di viaggi in Africa. Lì aveva trovato la moglie, e con lei passava parte dell’anno in Kenya. Fino alla separazione: lei era tornata in patria dove, pare, avesse adottato un bimbo di tre anni. Ma tra i due i rapporti erano continuati: P. l’aveva rivista e, ha raccontato, erano tornati a essere una famiglia, con un bimbo. Il 15 febbraio, però, la donna denuncia l’ex per violenza sul figlio adottivo. C. i si difende, ottiene la libertà provvisoria e affronta il processo. La sentenza del tribunale di Kisumu, invece, è tombale: ergastolo. L’avvocato kenyota Isaac Odero, ha già annunciato appello: "Le prove sono inconsistenti".