Mantova, tre spari e un mistero: commerciante ucciso sulla ciclabile

Nel passato dell’uomo l’ombra (poi dissolta) della strage di Brescia

I carabinieri sul luogo dell'omicidio

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse 17/01/2018 Mantova - Italia Cronaca Il corpo di Sandro Tallarico sul Ponte di San Giorgio a Mantova Nella foto: i rilievi dei carabinieri del RIS.

Mantova, 18 gennaio 2018 - Sono semibuie le vetrine della storica cappelleria Tragni, in piazza Marconi, pieno centro di Mantova. E l’ingresso è sprangato. Il negozio è chiuso per lutto: ieri mattina qualcuno ha ammazzato il fratello del titolare, anche lui commerciante noto sulla piazza virgiliana. E ora la città si interroga su un delitto che scuote la sua apparente quiete. Un giallo che i carabinieri stanno cercando di dipanare partendo da poche tracce: i colpi di pistola e un coltello non usato trovato a pochi passi dal cadavere. Sandro Tallarico aveva 57 anni. Originario di Luzzara, nel Reggiano, viveva a Roverbella dove aveva un negozio di abbigliamento. A Mantova aiutava il fratello Paolo nella cappelleria.

Come ogni mattina aveva raggiunto in auto la città, aveva parcheggiato nella zona della rocca di Sparafucile, all’inizio del ponte di San Giorgio, che collega l’argine del lago al complesso di Palazzo Ducale. L’uomo come sempre si era incamminato verso il centro. Avrebbe dovuto percorre qualche centinaio di metri per raggiungere il castello di San Giorgio, ma qualcuno lo ha fermato all’inizio del percorso. La pista ciclopedonale corre accanto a una strada molto frequentata. Alle 10 del mattino, quando è avvenuto il delitto, nessuno però sembra abbia notato Tallarico e la persona che gli ha sparato almeno tre colpi, forse di più, uno dei quali ha raggiunto la vittima al fianco e le ha spaccato il cuore. Solo più tardi qualcuno ha visto il corpo sul selciato e ha dato l’allarme. I carabinieri hanno isolato la zona ed è iniziato il lavoro degli esperti della Scientifica dell’Arma. Sul ponte è stato trovato un coltello affilato, che però non era stato usato. Forse la vittima lo avesse con sé. Mescolato agli investigatori, è arrivato il fratello della vittima: Paolo Tallarico si è sentito male durante il riconoscimento del corpo. Intanto sono partite le indagini coordinate da comandante provinciale dell’Arma, Fabio Federici e, in Procura, dalla dottoressa Paola Reggiani. Per oggi è stata disposta l’autopsia, che verrà eseguita a Verona. Quanto al movente, elemento chiave, gli investigatori sono cauti. In giornata qualcuno aveva ricordato il passato politico della vittima: Tallarico era stato vicino all’estrema destra tanto da finire coinvolto, come ha ricordato qualche familiare, nell’inchiesta sulla strage di Brescia del 1974.

Ma quei lontani accertamenti non avevano portato a nessun addebito. Quanto all’attività attuale, la vittima aveva avuto un negozio di abbigliamento a Sirmione, poi venduto per aprirne due nel Mantovano, uno dei quali a Roverbella gestito dalla moglie. Può esserci un movente economico dietro quella che sembra una spietata esecuzione? Gli inquirenti, che più per scrupolo che per convinzione non escludono nemmeno una rapina finita male, hanno già setacciato casa, negozio e documenti dell’assassinato. Dalle carte sono certi di ricavare l’identikit del killer. Forse anche il suo nome.